Sanità, si cambia: al S.Anna
emergenze e acuti

Presentata la riforma del sistema regionale Negli ospedali “periferici” i servizi ambulatoriali

Como

Cambia la sanità in Lombardia e la provincia di Como, in quanto a servizi, resterà autonoma e in sostanza indipendente.

Il governatore Roberto Maroni ha presentato al consiglio regionale le linee guida della rivoluzione in atto tracciando un meccanismo di decentramento delle cure così dette «a bassa intensità» dagli ospedali agli ambulatori sul territorio, che si occuperanno anche delle emergenze con un pronto soccorso in ogni presidio; si va verso un accentramento ai grandi ospedali di riferimento, al contrario, per le specialità e per buona parte degli interventi chirurgici.

Le prestazioni sanitarie a Como saranno erogate con un sistema a satellite con il Sant’Anna al centro. Il nuovo ospedale di via Ravona non sarà esattamente un «hub», come sono stati ridefiniti invece i quattro nosocomi considerati i giganti ospedalieri lombardi (il Niguarda a Milano, poi Bergamo, Brescia e Pavia), ma sarà a tutti gli effetti il polo di riferimento per l’area del comasco che conta 580 mila persone assistite, più una piccola parte del Lecchese e del Varesotto, in particolare per la chirurgia maxillo facciale e per la chirurgia plastica che negli ospedali delle vicine province non sono presenti o sono poco sviluppate. Mariano, Cantù e Menaggio manterranno una funziona prettamente ospedaliera ma assumeranno poco alla volta caratteristiche di “Pot”, “Presidio ospedaliero territoriale”, implementando l’attività degli ambulatori. Ognuno di questi avrà o manterrà un punto di primo soccorso per codici bianchi, verdi e gialli, mentre il riferimento per i codici rossi resterà il Sant’Anna su cui conferiranno direttamente le ambulanze alla chiamata del 112. A queste tre strutture pubbliche si aggiungono il Valduce e Villa Aprica per la città e Gravedona per la provincia: saranno equiparati ai Pot ed entreranno a far parte della rete a tutti gli effetti.

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