Scontro al Giovio
per i laboratori chiusi

Ieri mattina sit-in dei ragazzi nel cortile

«Subito i lavori per riaprire le aule in tempi brevi»

Chiude la palazzina di scienze al Giovio, gli studenti manifestano e i docenti portano il lutto al braccio. Ieri mattina alle 11 gli alunni del liceo di via Pasquale Paoli si sono riuniti fuori dai laboratori dichiarati inagibili. Qualche docente e perfino qualche studente invece ha portato al braccio una fascia nera per ricordare il defunto laboratorio che, a loro parere, godeva di ottima salute.

La decisione di chiudere la porta e bloccare le attività pratiche è stata firmata dal dirigente scolastico Marzio Caggiano, dopo che il rappresentante dei docenti per la sicurezza, Salvatore Bordonaro, ha segnalato delle irregolarità. «Ancora una volta sono gli studenti a pagare – dicono i rappresentanti degli studenti Camilla Pizzi, Matteo Pozzetti, Lorenzo Baldino e Federico Meani – sono i nostri programmi di studio a venire tagliati. Non vogliamo entrare nel merito della discussione sulla palazzina, non spetta a noi, però vogliamo studiare e vogliamo studiare in un luogo sicuro. Chiediamo a dirigente e docenti di riaprire in fretta, di trovare un accordo, di far partire eventuali lavori primo possibile».

Bocche cucite tra i professori, ma chi ha messo la fascia al braccio fa sapere che i laboratori nelle scuole non sono mai completamente, questo puntiglio danneggia lavoratori e alunni. «Nei mesi passati abbiamo cercato di convincere il dirigente a mettere in sicurezza i laboratori – questo è il testo di un duro comunicato inviato dai docenti risorse sindacali – è il dirigente che ha la grave responsabilità di sottovalutare la situazione, ciò nonostante le risorse per la messa a norma fossero a disposizione. Emerge così un messaggio intimidatorio: chi denuncia un’illegalità diventa responsabile della stessa. Non contrapponiamo diritto allo studio con il diritto alla sicurezza».


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