Un natale esigenza dell’anima
Gli auguri del vescovo Cantoni
ai lettori de La Provincia

L’editoriale scritto per il nostro giornale

Gli auguri natalizi che rivolgo ai lettori di questo giornale non sono una semplice formalità, ma una vera esigenza dell’anima. L’augurio, bene inteso, non è riservato esclusivamente ai cattolici, ma a tutti, senza distinzione, perché l’amore di Dio abbraccia tutti, anche coloro che non lo riconoscono o lo cercano su altre strade.

Sono auguri sinceri, che nascono dalla semplice constatazione della realtà, dal clima teso e incerto di questi tempi.

Non nascondiamoci dentro tante giustificazioni: stiamo attraversando un momento epocale molto difficile, tanto che sembra venir meno l’attenzione agli altri, soprattutto a quanti sono più sfortunati di noi, per rivendicare i diritti individuali, la precedenza sugli altri, le nostre difese personali. Il tutto amplificato dal web, dove è più facile, in modo anonimo, lasciar emergere la parte di se più rivendicativa, dove espellere le rabbie, a lungo soffocate.

Conosco e apprezzo, tuttavia, nel nostro territorio (e non solo altrove!) un’altra umanità, tipica della cultura della nostra terra e dell’Italia in genere. Tanta gente, presente oggi sul nostro territorio, che ancora crede alla realizzazione di sogni possibili, fondati sul rispetto degli altri, sull’impegno solidale, sulla accoglienza responsabile. E tocco quotidianamente con mano l’impegno di tanti singoli, di famiglie, di associazioni, di amministratori comunali, di parrocchie, tese a costruire pazientemente una civiltà fondata sulla misericordia. Si tratta di persone del tutto comuni, che non giudicano gli altri, che non si perdono d’animo e con animo lieto affrontano difficoltà quotidiane senza far rumore, mettendo al centro dei loro interessi la persona umana, senza giudicare e senza domandarsi se ne vale la pena o no, se lo meritano o no, se sono dei nostri o no.

Si tratta di genitori per i quali educare significa insegnare ad amare, operatori sanitari che svolgono con premura una vicinanza compassionevole verso i malati, di sacerdoti che si consumano per la loro gente, di giovani che offrono le loro vacanze ai poveri del mondo, e avanti di questo passo...

Auguri sinceri sono allora l’invito che rivolgo a tutti per non rassegnarsi di guardare in alto, non per aggiungere altre parole e false promesse, ma per attendere il Dio che viene a trasformare i cuori, ad insegnarci come umanizzare i nostri rapporti interpersonali, a dare loro un colore e un sapore, dentro tante situazioni di distanza tra l’uno e l’altro. Si può essere, infatti, tanto vicini e nello stesso tempo tanto lontani, e vivere come estranei gli uni dagli altri.

Il Signore Gesù non viene nel suo Natale per estraniarci dalla nostra dura realtà, ma per condividerla, per aiutarci a vivere intensamente la nostra umanità secondo un progetto che è il suo, quello di un amore condiviso e di una felicità estesa a tutti, non solo ai privilegiati.

Utopie? Illusioni di persone disincarnate dalla realtà della storia di oggi?

La prova che non si tratta di semplici e irrealistici sogni sono le persone sopra descritte, che vivendo un clima di solidarietà e di accoglienza, pur senza nascondere fatiche e debolezze, non solo rendono felici gli altri, ma godono loro stessi una pace interiore che va al di là di ogni sacrificio: sono parte di una foresta che cresce senza far rumore.

La presenza reale di persone di questo calibro, che non si riconoscono come eroi, che non giudicano gli altri, né si vantano di essere i migliori, ma semplicemente si accettano quali umili testimoni della Misericordia di Dio, sono i veri pastori, come quelli accorsi alla grotta di Betlemme, che dopo aver visto, hanno raccontato quanto ad essi è loro accaduto. Perché chi ha sperimentato la misericordia di Dio non può fare altro che mettersi a disposizione di questa stessa. È infatti la Misericordia che salverà il mondo.

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