La fibrillazione atriale fa meno paura
Mortalità -26% con i nuovi pacemaker

Grazie ad algoritmi avanzati di stimolazione rallentano la progressione della malattia e abbattono del 61% il rischio a due anni

I pacemaker Medtronic con algoritmi avanzati di stimolazione rallentano la progressione della fibrillazione atriale (FA) nei pazienti con bradicardia o battito cardiaco rallentato. I risultati del nuovo studio MINERVA (MINimizE Right Ventricular pacing to prevent Atrial fibrillation and heart failure) sono stati presentati come Late Breaking Clinical Trial in occasione della Sessione Scientifica dell’American Heart Association 2013, chiusa a Dallas il 20 novembre. Lo studio ha dimostrato che i pacemaker Medtronic dotati di caratteristiche avanzate di stimolazione sono in grado di ridurre del 26% l’incidenza di mortalità, di ospedalizzazione per cause cardiovascolari o di FA permanente a due anni, rispetto ai dispositivi pacemaker standard (endpoint primario dello studio).

In particolare, gli effetti più evidenti sono stati un notevole rallentamento della progressione della malattia atriale verso forme di FA permanente, con una diminuzione del rischio relativo del 61% a due anni, e la diminuzione del numero di pazienti con episodi di FA di durata maggiore a un giorno e del numero di pazienti con FA persistente. Inoltre, l’utilizzo della tecnologia con pacemaker più avanzati ha determinato una notevole diminuzione relativa, pari al 52%, dei ricoveri ospedalieri e visite al pronto soccorso dovute a FA.

”Il nostro studio è il primo a dimostrare che i pacemaker dotati di algoritmi avanzati di stimolazione sono in grado di rendere più lenta l’evoluzione di una patologia pericolosa come la fibrillazione atriale, l’aritmia più comune la cui presenza è associata a un maggior rischio di scompenso cardiaco, ictus e morte - afferma Luigi Padeletti, ordinario di Cardiologia presso l’Università di Firenze e principale investigatore dello studio MINERVA -. Per questo motivo, evitando la progressione verso FA di lunga durata diminuisce il rischio per il paziente di sviluppare patologie pericolose per la sua vita».

”Questo è il primo studio in cui si dimostra che l’utilizzo dei sistemi avanzati di stimolazione cardiaca non solo determina un beneficio clinico ritardando la progressione della FA, ma ha anche una ricaduta positiva sui costi sanitari - dichiara Giuseppe Boriani, dell’Istituto di Cardiologia dell’Università di Bologna, che ha presentato, come principale autore, lo studio MINERVA al congresso dell’AHA -. I risultati di questo studio sono molto importanti dal punto di vista clinico e le linee guida delle Società Scientifiche dovrebbero essere aggiornate sulla base di queste stringenti evidenze».

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