Como sforna talenti
«Occhio a Cerundolo»

il nome del vincitore della quindicesima edizione era già sui taccuini degli addetti ai lavori e circolava tra le possibili sorprese.

«Occhio all’argentino Cerundolo». Paolo Carobbio, direttore del Tennis Como e del Challenger Atp “Città di Como”, l’aveva detto in tempi non sospetti, alla presentazione del torneo. Insomma, il nome del vincitore della quindicesima edizione era già sui taccuini degli addetti ai lavori e circolava tra le possibili sorprese.

Non per chissà quale premonizione, ma sulla base dei recenti risultati. Il diciannovenne argentino – che in finale a Como ha superato il romano Gian Marco Moroni - aveva infatti già vinto nel corso del 2021 il Challenger di Roma e l’Atp 250 di Cordoba. Tornei che, spesso, vincono giocatori non di primo pelo. Viene anche facile fare due più due: in passato, il Challenger di Como è stato un trampolino di lancio per molti giocatori, passati dai campi di Villa Olmo, per poi diventare importanti su altri palcoscenici.

È successo molte volte. Con Dominique Thiem, numero 6 al mondo, vincitore degli Us Open nel 2020, o con Pablo Carreno Busta, ex numero 10. Per non parlare di altri che il Challenger non l’hanno vinto, ma che l’hanno disputato da giovanissimi, come Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. O un già esperto Marco Cecchinato, prima del suo periodo d’oro nel 2017, due volte finalista al “Città di Como”.

Forse, a differenza del passato, nel caso di Cerundolo ci si può già sbilanciare, come conferma Carobbio: «Quando un giocatore così giovane vince tre tornei in un anno c’è già una base importante». Per il dt del Tennis Como Cerundolo è un ragazzo con ampi margini di miglioramento: «Da fondo campo è ottimo, ho visto un giocatore già molto solido, oserei dire “fatto e finito”. Deve però migliorare il servizio, un po’ troppo lento. È il suo punto debole, anche alla luce del fatto che ormai, nel 70% dei casi, si gioca su superfici veloci. Ormai è alle soglie della centesima posizione, può affermarsi a ottimi livelli».

Per il Tennis Como, dopo l’edizione cancellata nel 2020 per pandemia, è stato un ritorno al passato importante: «Siamo molto soddisfatti, è stato un bellissimo torneo, di alto livello fin dalle qualificazioni». Ed è stato importante riprendere una tradizione dopo due anni: «Il torneo deve andare avanti e resterà di ottima qualità, che non passa per forza dall’innalzamento del montepremi. È stata un’edizione molto faticosa, i protocolli Atp hanno richiesto sforzi maggiori: abbiamo assicurato sicurezza, svolto cicli imponenti di tamponi, all’ingresso degli spettatori siamo stati molto rigorosi. Speriamo che in futuro le misure anti-Covid si possano allentare».

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