«Ehi, il ragazzo è forte»: quando
Panatta vinse il tricolore a Como

Pochi forse sanno che uno dei primi mattoncini di quella carriera splendida è stato conquistato proprio a Villa Olmo

Tra poco più d un mese, il 9 luglio, il grande Adriano Panatta festeggerà settant’anni. L’icona del tennis italiano, capace di vincere in carriera dieci tornei del circuito maggiore in singolare (record per il tennis italiano) su 26 finali disputate, oltre a 18 titoli su 28 finali in doppio, tra cui gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros nel 1976 e, sempre quell’anno, condottiero dell’Italia nella conquista della prima e unica Coppa Davis, è stato un campione amato da tutti e ancora oggi gode di grande popolarità.

Pochi però sanno che uno dei primi mattoncini di quella carriera splendida è stato conquistato proprio a Como, al Tennis Como. Perché Panatta riuscì a conquistare a 17 anni la finale dei campionati italiani Juniores a squadre, in forza al circolo Parioli, ospitati sui campi di Villa Olmo. Ed è significativo, proprio nell’anno in cui il più importante torneo tennistico comasco – il Challenger Atp – è stato annullato e rinviato al 2021, ricordare il pur breve passaggio di un grande campione da queste parti.

Era il 1967, il torno si disputò a fine settembre e come ricorda chi c’era - per “La Provincia” il giornalista Eugenio Cremona - «allora era un mese solatio più di quelli estivi tanto che veniva ricordato come il “bel settembre lariano”». Tra i giocatori che si diedero battaglia per la conquista del tricolore di categoria c’era, come detto, un giovanissimo Adriano Panatta che come ricorda ancora Cremona «era un quattordicenne magro ma slanciato, che mise in mostra un tennis di buon livello». Arrivato in finale, non riuscì a vincere, probabilmente per la stanchezza accumulata. L’episodio è confermato anche da Paolo Carobbio, direttore tecnico del Tennis Como.

Troppo piccolo per aver assistito al match, Carobbio è comunque la memoria storica del circolo comasco: «Panatta impressionò il pubblico comasco, perse la finale nel singolare contro Marco Mazzanti, giocatore varesino che conosco bene e che mi ha raccontato questo episodio. Panatta però si riscattò vincendo il doppio misto, iniziando così la sua trionfale carriera». E quella vittoria – piccola rispetto a quelle ottenute da senior” - che ovviamente non compare nelle pagine ufficiali dedicate al grande tennista, è certamente un ricordo custodito con gelosia a Villa Olmo. E Cremona, non esitò, colpito dalle gesta di “Ascenzietto”, il vezzeggiativo coniato per Panatta in onore del padre Ascenzio, custode del circolo Tre Fontane di Roma, a chiudere il suo articolo con un profetico «se son rose fioriranno».

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