Magatti e le altre 24: un passo
concreto verso il professionismo

A venticinque giocatrici tra cui la comasca riconosciuto un contratto di collaborazione sportiva. Circa mille euro al mese: «Così la storia cambia»

Maria Magatti è tra le 25 giocatrici italiane di rugby che riceveranno, dalla federazione italiana della palla ovale, un contratto di collaborazione sportiva su base annuale. Non è il passaggio allo status di professionista (come in Francia e in Inghilterra) ma è il primo, importante passo. Sino ad ora le atlete infatti sono state costrette a dedicare il loro tempo libero al rugby (nonostante giochino in Nazionale): studiano o fanno altri lavori, in quanto la loro attività sportiva non prevede una adeguata retribuzione economica.

Borsa

Alcune, come la comasca Magatti, hanno ricevuto delle borse di studio. Con il contratto le azzurre invece riceveranno uno stipendio mensile di circa mille euro. Non è una grande cifra, ma, come si diceva, è il segnale che qualcosa sta cambiando, anche nel rugby in rosa. Un passo dal quale non si potrà più tornare indietro. «Questo accordo segna un primo, importante punto di svolta per il futuro della nostra Nazionale femminile -ha detto la capitana Manuela Forlan a nome anche delle compagne -. Per me e le altre veterane del gruppo, rappresenta il miglior lascito possibile alle prossime generazioni di azzurre, la testimonianza della volontà di ognuna di noi di contribuire in modo tangibile a un rugby in grado di offrire sempre più le stesse opportunità alle atlete e agli atleti».

Magatti (29 anni, 41 gettoni nella Nazionale maggiore) concentra la sua attenzione più sull’aspetto sportivo. «Non è tanto lo status economico a doverci definire ma, come ci siamo sempre dette, deve essere l’impegno quotidiano con il quale sentiamo la responsabilità di rappresentare l’Italia -commenta l’ala comasca -. Siamo in una fase positiva di sviluppo del nostro contesto che, inoltre, va riferito allo sport femminile in generale».

Rimborso

Il “rimborso spese” potrebbe allungare la carriera di Magatti, anche dopo il Mondiale. «Non gioco per soldi-risponde, sorridendo -.In questo momento sono concentrata sul presente: stiamo affrontando la sfida del Women’s Six Nations e ci proiettiamo verso il Mondiale. Sto focalizzando i miei punti di forza e le aree su cui migliorare il lavoro. In più, sono molto coinvolta e immersa nelle sfide collettive della squadra, sul nostro modello di gioco e ciò che lo staff ci propone». Una, seppur piccola sicurezza economica, potrebbe avere dei risvolti positivi anche sui risultati della Nazionale femminile. «Ogni partita è a sé -conclude Magatti -. Siamo nel torneo di rugby più antico del mondo e il risultato può venire solo da una prestazione efficace».

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