Atletica in sicurezza?
«Impossibile con queste norme»

Dopo le regole dettate dalla Fidal con l’obbligo di attrezzi personali e le sanificazioni. Riva: «Non ce la facciamo, meglio chiudere qui».

«Bisogna prendere decisioni tenendo conto della situazione e pensare anche alla chiusura dell’attività agonistica nella sua interezza, perché non esistono le condizioni per portarla avanti». Non usa giri di parole, il presidente del comitato Como-Lecco della Fidal, Giampaolo Riva, sul futuro dell’atletica nei prossimi mesi.

Il pensiero è stato espresso nelle considerazioni sulle proposte messe sul tavolo dalla Fidal per la ripresa degli allenamenti e delle gare in pista. Il primo atto dovrebbe essere la sanificazione di tutti i locali degli impianti sportivi. Poi dovrà essere garantita la presenza di almeno quattro addetti per l’accesso e l’uscita dall’impianto, dalla pista, dai servizi igienici.

«In questo momento, trovo prematura ogni valutazione, visto che non conosciamo la forma di prevenzione anticovid -prosegue Riva -. Prima di far fare attività in modo sicuro ai nostri atleti, tecnici, dirigenti e giudici, bisogna prendere decisioni tenendo conto, in maniera coerente, della situazione e pensare anche alla chiusura dell’attività agonistica nella sua interezza perché non esistono le condizioni per poterla portare avanti, così come hanno fatto altre federazioni (Pallavolo, Basket, Rugby)». Il presidente pensa all’aiuto alle società. «La Fidal - dice - non si deve fermare ma deve valutare tutte le risorse possibili da destinare alle nostre società di base e fare il possibile per lenire le conseguenze».

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