Ali fuori con la staffetta 4x100. Ma l’esordio Mondiale rimane

Atletica Eliminata la squadra orfana di Jacobs sostituito dal comasco. «Torno a casa con la convinzione che devo lavorare su molte cose»

La soddisfazione per aver fatto parte del quartetto italiano nel Mondiale; la delusione per il mancato ingresso nella finale. E’ stato un mix di emozioni contrastanti per Chituru Ali. L’albatese (23 anni) ha intascato la fiducia dei tecnici azzurri che lo hanno chiamato a sostituire nella staffetta 4x100, l’oro olimpico Marcell Jacobs, ridisegnando le frazioni del quartetto.

Il comasco, alla quarta presenza in Nazionale, ha debuttato ufficialmente, in un contesto di altissimo livello come l’iridato di Eugene, nell’Oregon, nella staffetta, assumendosi anche l’onore di essere “l’ultimo uomo”, portando il testimone al traguardo. Il tempo messo a referto però è stato un modesto 38”74 che valeva il settimo posto nella seconda semifinale, il decimo complessivo, precludendo l’accesso all’atto decisivo per l’assegnazione delle medaglie. Un anno fa a Tokyo l’Italia aveva vinto l’oro olimpico. L’assenza di Jacobs e un paio di cambi non al massimo, hanno contribuito alla prova deludente. La prima frazione è stata affidata a Lorenzo Patta che ha corso in 10”67; la seconda a Filippo Tortu (9”26); la terza a Fausto Desalu (9”63) che ha passato il testimone ad Ali che ha impiegato 9”18 a portare a termine il suo compito. Gli azzurri non hanno volato e così sono rimasti fuori dalla finale, che era l’obiettivo minimo nella rassegna iridata.

Sul risultato hanno pesato anche i pochi allenamenti sostenuti. In pratica il comasco - due raduni a parte -ha provato il cambio solo nei giorni scorsi. E anche la nuova disposizione dei frazionisti, cambiata rispetto a Tokyo, non era molto rodata. «E’ stata la mia prima esperienza ed è andata così - il commento a caldo di un Ali reduce anche dalla non convincente prestazione nei 100 metri con l’eliminazione in batteria -. Ho fatto tutto quello che potevo e non è bastato. Torno a casa con la convinzione che devo lavorare su molte cose e che devo prendere più confidenza con i cambi». Il commento dell’allenatore Claudio Licciardello, che lo segue da settembre a Castelporziano, è rivolto al futuro: «Chituru non ha colpe – dice -. Un testimone passato male e comunque una buona frazione lanciata. Sarà una lezione di vita che gli farà apprezzare il lavoro da svolgere». Non c’è tempo per il rammarico: tra poco più di tre settimane, a Monaco di Baviera, si sono i Campionati europei. E’ l’occasione giusta per il pronto riscatto.

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