Un grande Ali nel giorno del ritorno di Jacobs

Il velocista comasco è secondo dietro il campione olimpico nei 100 ai Campionati italiani di Rieti

Arrivano avvertimenti da oltreoceano, ma Marcell Jacobs tira dritto per la propria strada perché «non me ne sono mai andato». L’olimpionico dei 100 metri di Tokyo, al rientro dopo uno stop di 38 giorni a causa dell’infortunio muscolare delle scorse settimane, ha vinto per la quinta volta la gara dei campionati italiani Assoluti, questa volta al Guidobaldi di Rieti. Il tempo di 10”12 non è di quelli che fanno emozionare, soprattutto se paragonato a quelli ottenuti dagli sprinter statunitensi ai Trials, come il 9”76 di Fred Kerley che è la sesta miglior prestazione di sempre, ma oggi Jacobs aveva il vento contro.

E poi si sa che la pista dell’Hayward Field di Eugene fa miracoli e Marcell spera di compierli dal 15 luglio in poi, quando cominceranno i Mondiali e lui conta di lasciarsi dietro Kerley e gli altri, proprio come a Tokyo. «Sì, gli americani ai Trials sono andati forte - le parole di Jacobs - ma a Eugene c’è una pista velocissima, si va sempre forte, e avevano anche il vento a favore. Quando saremo lì, cercheremo anche noi di farci valere».

Detto che Jacobs farà bene a prendere nota anche dei risultati dei campionati giamaicani, dove Yohan Blake è tornato a essere ’La Bestià vincendo in 9”85 (vento +1,0), suo miglior risultato dal 2012 davanti al 21enne Oblique Seville (9”88), nuovo pupillo di coach Glen Mills, a Rieti la finale è stata più combattuta del previsto. Con 10”12 (-0.9) l’olimpionico delle Fiamme Oro ha dovuto spingere fino all’ultimo metro per avere la meglio di un Chituru Ali, velocista comasco, sempre più sorprendente (10”16), capace di lasciarsi alle spalle i due campioni olimpici della staffetta Filippo Tortu (terzo in 10”24) e Lorenzo Patta (quarto in 10”28). «Per me è un periodo un po’ complicato ma fra tre settimane c’è il Mondiale di Eugene e cercherò di riconquistare tutto come l’anno scorso», il commento a caldo, dopo la gara, di Jacobs. Il quale se guarda al tempo di Rieti non pensa in positivo in vista dei Mondiali di Eugene (15-24 luglio), ma va tenuto conto delle conseguenze del lungo periodo di inattività.

Non a caso, la sua azione è apparsa un po’ legnosa, come se mancasse di agilità. «Ma l’importante era esserci - il commento di Marcell -, perché ho bisogno di gareggiare. Il tempo non mi soddisfa, ma le sensazioni, soprattutto in finale, sono state discrete, ne ho riprovate di positive. Mi manca l’abitudine a certi ritmi, ho cercato il miglior assetto e l’ho trovato solo in parte perché in allenamento ho dovuto fare tutto a basso ritmo. In più il vento non ha aiutato. Ora vado a Stoccolma dove proverò a spingere al 100%, e intanto ho onorato ancora una volta il campionato italiano e questo quinto successo consecutivo mi inorgoglisce».

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