Bucchi pronto al debutto
«Dobbiamo dare tutto»

Il tecnico va a caccia della vittoria numero 330 della sua carriera nel derby contro Varese

Trecentotrenta. Se questo numero, 330 appunto, comparirà domenica nel tardo pomeriggio - quasi sul far della sera - sulla ruota di Piero Bucchi, allora vorrà dire che l’Acqua S. Bernardo avrà fatto bingo. Perché la lunga carriera in serie A - avviatasi nel 1996 in quel di Rimini - del novello coach canturino contempla 623 panchine nel massimo campionato, puntellate da 329 successi. E l’eventuale vittoria n.330 avrebbe un significato del tutto particolare non solo perché la prima colta da guida della Pallacanestro Cantù, ma soprattutto perché battere Varese nel derby in programma domani alle 16 a Desio vorrebbe dire compiere un passo importante in direzione salvezza.

Coach, ci aiuta a dirimere i dubbi: S.Bernardo-Openjobmetis può già essere etichettato come spareggio salvezza?

Non so, anche perché non mi formalizzo sul valore dell’etichetta. Ciò che so, piuttosto, è che si tratta di una partita che andrà giocata al 100%, al pari però di tutte quelle che la seguiranno. Se avessimo un certo tipo di atteggiamento domenica per poi mostrarne uno diverso più avanti allora non potremo essere soddisfatti. Siamo consci della particolarità di questa sfida, dettata sia dalla rilevanza della posta in palio sia dal fatto che si tratta di un derby.

Ritiene che la lotta per non retrocedere sia un duello ristretto a voi e a Varese, oppure che la cerchia delle pericolanti possa essere più nutrita?

Difficile azzardare una risposta anche perché non conosco esattamente quale sia la realtà dei fatti in casa altrui.

Chi avrà più pressione domani?

Cantù che ha cambiato allenatore e con i giocatori ai quali è stato detto che ora non hanno più alibi, oppure Varese che in caso di sconfitta si ritroverebbe 0-2 nei confronti diretti?

Onestamente non saprei. Un po’ di partite le ho viste e qualcuna anche allenata... ma non mi focalizzerei sul discorso della pressione. Posso soltanto affermare che io mi presento con lo stesso entusiasmo che avevo in occasione del mio primo match da allenatore. E che sono fiducioso.

I vostri avversari si presenteranno - causa Covid - senza due stranieri (Douglas e Beane), con un terzo (Jakovics) che è tornato ieri a toccare il pallone dopo 27 giorni di inattività e con diversi altri che sono rientrati a giocare non più tardi di mercoledì dopo uno stop di quattro partite.

Il Covid è una sciagura che ha sconvolto il mondo, ma ognuno di noi deve continuare a svolgere il proprio lavoro seppur talvolta in condizioni precarie. Non sono in grado di dire quanto Varese potrà essere condizionata da questa situazione, certo è - se questo è il senso della domanda - che la mia squadra dovrà avere il massimo rispetto di quella rivale. Onorando l’impegno nel migliore dei modi perché mi attendo un’avversaria tutt’altro che remissiva, bensì decisamente battagliera.

Bulleri (coach di Varese): le suggerisce qualcosa questo nome?

Sono un tifoso del “Bullo” anche perché ho attraversato tre momenti della sua carriera essendo stato suo allenatore per un paio d’anni dapprima alla Benetton Treviso, poi a Milano e infine a Brindisi. Da giocatore ha sempre dimostrato grandissima affidabilità e sono sicuro che avrà una bella carriera anche da tecnico.

Cantù e Varese sono squadre che subiscono tantissimi punti. È sulla difesa dunque che dovrà in particolare lavorare oppure c’è dell’altro?

Occorre trovare un certo equilibrio in attacco, cercando di fare offensivamente sempre le scelti migliori, per poi essere in grado di difendere meglio. Una cosa trascina l’altra, vicendevolmente. Ciò che serve è però soprattutto denunciare grande durezza mentale. Quello che stiamo cercando di riscontrare già durante gli allenamenti.

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