Cantà, rinascita Kennedy
Adesso “stoppa” e segna

Altroché taglio, il centro della S. Bernardo sta girando a mille

Da indiziato numero 1 per il taglio, a protagonista. Come del resto era nelle speranze della Pallacanestro Cantù. È uno Sha’markus Kennedy sempre più in forma e più impattante quello che i tifosi canturini stanno ammirando nelle ultime uscite ufficiali: dopo alcune partite dal rendimento altalenante, il centro titolare dell’Acqua San Bernardo sta dando il meglio di sé, particolarmente ispirato sia nella metà campo difensiva, sia in quella offensiva.

Erano note ed evidenti le sue qualità di saltatore e di atleta in area, ma specialmente nell’immediato “post covid” canturino, erano più balzate agli occhi le sue pause e i suoi limiti in fase difensiva.

Il rookie statunitense, 22 anni, alla prima esperienza non solo in Europa ma anche nel contesto dei professionisti, ora sembra invece aver trovato definitivamente la sua dimensione in un campionato difficile come quello italiano. Ora le sue medie sono in crescita e in questo senso spicca l’apporto in termini di punti: il lungo americano sta viaggiando saldamente sopra la doppia, 11.4 di media, cui aggiunge, in poco meno di 26’ di impiego, anche 6 rimbalzi a partita. Alla sua nota specialità, ossia le stoppate, dove spadroneggia in serie A con 2.4 di media, si aggiunga anche una curiosa media di 1.3 assist a partita, niente male per un lungo con le sue caratteristiche.

Dati che sono sensibilmente migliorati – guarda caso - nelle ultime tre partite di campionato, contro Trieste, Brescia e Reggio Emilia. Il centro di Cantù ha totalizzato in media 16.3 punti, 9.3 rimbalzi e 4 stoppate, confermando il suo ottimo stato di forma.

Sarà pure un caso, o semplicemente era una cosa da fare a tutto vantaggio delle performance dell’americano e della squadra, ma dopo l’arrivo di Bigby-Williams, è cresciuto il peso specifico di Kennedy. La concorrenza interna, unita al timore di un taglio, deve aver ridato energie, motivazioni e voglia di dimostrare a uno Sha’markus che sembrava fin troppo compassato. Un cambio come Bigby-Williams non è solo uno stimolo, ma era anche una necessità per far emergere tutto il buono di Kennedy. Quando Pancotto si accorge che il lungo è in debito di ossigeno, infatti, ora ha una soluzione credibile, che va quindi a mascherare i momenti di poca lucidità e ad esaltare le cose buone fatte sul parquet. E ora, con il rientro di Smith, c’è da capire se davvero sarà Thomas l’uomo da tagliare (contro Reggio è rimasto lui in tribuna), oppure se si preferirà adottare una sorta di turn over senza procedere a rescissioni contrattuali.

L.Spo.-Luca Pinotti

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