Fronte anti Cantù sul visto
«Ma ha poco fondamento»

Rivolta in A2 contro il visto lavorativo supplementare concesso a Cantù e a Forlì dalla Fip, su parere del Coni, per sostituire gli americani “no vax”

Rivolta in A2 contro il visto lavorativo supplementare concesso a Cantù e a Forlì dalla Fip, su parere del Coni, per sostituire gli americani “no vax”, impossibilitati dallo scorso 10 gennaio a proseguire la loro esperienza nel campionato di A2. Sarebbero 22 su 28 le società contrarie alla decisione della Federbasket, un malumore che è già diventato una lettera, scritta dall’avvocato Luca Mazzeo, in cui si chiede alla Federazione di rivedere questa concessione fatta a Cantù e Forlì.

E, nel caso rimanesse lettera morta, il comitato di club è pronto a presentare ricorso al Tar per un intervento da parte della giustizia amministrativa. L’altra opzione? Che a tutte venga concesso un visto supplementare.

Insomma, il fronte anti-Cantù sembra molto compatto e determinato. Il club però sembra tranquillo, forte del parere del Coni e della decisione della Fip di recepirlo integralmente. E del resto, se ci fossero stati dubbi, la società avrebbe optato per un giocatore americano già vistato o su un comunitario. Con la nuova norma e con le rassicurazioni legali ricevute, si è invece mossa diversamente, andando a scegliere il nuovo straniero, Zack Bryant, in un campionato straniero, con più liberà di scelta.

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