La Torre dà i voti a Cantù
«Io e la squadra meritiamo un 7»

Il capitano di Cantù tira le prime somme della stagione.

«Abbiamo quasi un’intera settimana di vacanza, ma non torno a casa e resto a Cantù approfittando di questa sosta per dedicare un po’ più d’attenzione a questo ginocchio dolorante da tempo. Vero che non mi impedisce di giocare, ma mi dà pur sempre fastidio. Mi allenerò, magari a ritmi più bassi, perché non posso certo permettermi di prendermi dei giorni d’ozio in questo periodo della stagione».

Andrea La Torre, capitano della S.Bernardo-Cinelandia, sosterrà dunque un riposo attivo nella settimana che coach Cesare Pancotto ha individuato per concedere un attimo di tregua alla sua truppa. Ma più che pensare a staccare per un po’ la spina, La Torre continua a rimuginare riguardo ciò che avrebbe potuto essere e invece non è stato per la squadra brianzola domenica scorsa in Trentino.

«Era una partita da vincere quella con la Dolomiti Energia - ammette senza troppi giri di parole -. E invece è come se l’avessimo buttata via. Colpa dei molti errori legati all’attenzione che è venuta a mancare qua e là durante il match. Come se ciascuno di noi non avesse messo un 10% di sé per tutti i 40 minuti. È insomma mancata la cura dei particolari e a un certo punto abbiamo smesso di giocare in attacco come sappiamo. Sotto questo profilo siamo migliorati parecchio, ma talvolta purtroppo ci ricadiamo».

Che voto ritiene di poter dare alla Cantù di questa prima parte abbondante di stagione? «Un 7 pieno perché siamo decisamente dentro i nostri obiettivi, pur consapevoli che potevamo e possiamo fare di più. Penso ad alcune partite lasciate lì, tipo quelle casalinghe con Roma e Fortitudo oltre a quella esterna a Pistoia, che ci sono costate quei 4-6 punti che ora avrebbero dato un altro volto alla nostra classifica. Francamente, meritavamo qualcosa in più. Invece, nonostante io credo si abbia le qualità per puntare a una posizione più alta, dobbiamo ancora restare sintonizzati sulla salvezza. Perché alle nostre spalle c’è davvero grande bagarre. Trieste è in affanno ma si è mossa a fondo sul mercato e Pistoia in casa riesce a far quasi sempre risultato. E poi c’è Roma che non penso continuerà a perdere. Insomma, antenne sempre dritte per quanto ci riguarda».

Detto della squadra, che voto attribuisce invece alla sua, di annata? «Anche in questo caso dico 7. Sinceramente ci sono stati momenti di difficoltà e so che devo cogliere al volo le occasioni che di volta in volta mi si presentano. Se vengono e quando vengono. E devo farlo subito rispondendo con la massima sollecitudine. Come accaduto, appunto, a Trento dove credo di aver fatto bene».

Qual è il compagno di squadra che vede più migliorato rispetto a inizio campionato? «Sicuramente Burnell che si sta dimostrando sempre più determinante. Ora è più pulito nel gioco avendo saputo coniugare l’incredibile energia che ha sempre avuto con l’aspetto tattico che invece gli mancava. Inoltre, è molto migliorato al tiro».

A proposito di compagni, che si sente di dire a Pecchia il quale a causa di un infortunio si vede costretto a disertare la sua prima convocazione nella Nazionale maggiore per le qualificazioni europee? «Che la sfiga fa parte della vita. E questa è proprio sfiga visto che per Andrea si tratta della prima “storta” a una caviglia in carriera. Chiaramente c’è grande dispiacere, ma vorrei dirgli che ci saranno altre occasioni, anche se in realtà avendo lui una mentalità di ferro non c’è davvero bisogno che sia io a esprimergli il mio incoraggiamento».

Un ultimo inciso prima che ci si congedi? «Il desiderio è quello di continuare a migliorare come squadra così come del resto stiamo facendo da inizio stagione».

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