Palla dolce e Mara: «Ora aiuto i ragazzi a superare se stessi»

Protagoniste Il presente invece sono i ragazzi disabili del progetto “Siamo Tutti Special People” organizzato dal Basket Como

Il passato sono uno scudetto vinto con la Comense e la seconda poltrona più importante d’Italia della Federazione Italiana Pallacanestro. Il presente invece sono i ragazzi disabili del progetto “Siamo Tutti Special People” organizzato dal Basket Como. “Un progetto che per me significa vivere e far vivere i nostri ragazzi, i loro genitori, e tutti i volontari in un mondo migliore. Loro per me sono la mia parte più bella – dice Mara Invernizzi -. Sono un po’ quel bimbo che non ho mai avuto, ma che vedo in tutti i loro occhi”.

La terza vita cestistica di Mara Invernizzi, dopo il basket giocato e quello nelle stanze federali, è infatti dedicata all’inclusione degli atleti con disabilità.

Siamo ogni sabato mattina dalle 9 alle 12 nella palestra della scuola di via Giussani a Como. Il progetto era iniziato con la vecchia Comense e poi è ripartito sette anni fa con il Basket Como. Il gruppo continua a crescere. Abbiamo quasi 25 partecipanti e da gennaio li divideremo in due fasce d’età, dai 5 anni fino agli adulti sia maschi che femmine. Sono persone con problematiche orientate sullo spettro mentale e intellettivo relazionale, dall’autismo ai down e anche sindrome più rare.

Una valvola di sfogo.

Noi ci prendiamo il nostro merito perché fare questa attività li aiuta, ma siamo una delle loro attività, nel percorso personale di ognuno. Diamo un momento di libertà tra i vari specialisti e insegnanti, E i genitori hanno la possibilità di staccarsi per due ore.

E’ un impegno non indifferente.

Abbiamo una decina di volontari. Ed è una parte altrettanto importante, perché c’è bisogno anche di un rapporto uno a uno.

La novità è che da gennaio parteciperete al campionato della federazione Fisdir.

Un percorso a cui siamo arrivati nel tempo. I ragazzi meritano di partecipare a un campionato e partiamo da un livello base. Ma il nostro progetto è aperto a tutti: non diciamo di no a nessuno, anche a chi è alle prime armi.

Facciamo un passo indietro: la tua vertiginosa scalata federale.

Un’esperienza bella e inaspettata, perché sono partita dall’alto senza fare la gavetta. Ma penso di aver dato il mio contributo. Inoltre come vice presidente donna è stato un momento di entusiasmo. Mi avevano dato le Nazionali di 3 contro 3 e il College a Roma. Quattro anni interrotti dal Covid. L’impegno però era importante facendo riferimento a Roma e spostandomi su tutta Italia, e non è facilmente conciliabile con il mio lavoro. Ho mantenuto ottimi rapporti con il presidente Petrucci e con tutte le figure federali. Oggi però - dice Invernizzi - preferisco dedicarmi ai miei ragazzi, anche perché con loro hai un riscontro di piacere immediato.

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