In piazza la doppia sfida di Cantù

Basket Presentazione davanti ai tifosi come tradizione degli ultimi anni: arriva pure la nuova mascotte. Da una parte la necessità di non mancare la promozione in serie A, dall’altra la sfida del nuovo palazzetto

Gli obiettivi sportivi (la promozione in A, sapientemente mai citata), quelli societari (la nuova arena di Corso Europa), ma anche piccole novità, come la nuova maglia e la una nuova mascotte, un bulldog il cui nome sarà scelto dai tifosi con un contest. Questo il succo della presentazione della S.Bernardo in piazza Garibaldi a Cantù, a una manciata di giorni dall’avvio del campionato.

Piazza

Una serata – sul palco a condurre i giornalisti Edoardo Ceriani e Alessandra D’Angiò – che non ha richiamato folle oceaniche (200 i tifosi circa in piazza), ma che è una tradizione che nessuna A2 e nessuna amarezza recente possono cancellare. Gli Eagles erano lì, con bandierone, striscione e fumogeni a far risuonare il coro “Succederà”, che ha accompagnato da maggio il loro ritorno sugli spalti.

Da palco, tanta fiducia distribuita a piene mani da giocatori e dirigenza. Quel che ci voleva per partire bene. Parole – tante – che ognuno dei tifosi accorsi vorrebbe vedere trasformate in fatti concreti da parte della squadra, sfilata velocemente con un botta e risposta tra presentatori e giocatori.

A catalizzare l’attenzione, ci hanno pensato soprattutto coach Meo Sacchetti e il gm Alessandro Santoro. Così il tecnico «A Cantù non si può barare, c’è una storia che va onorata. Nella mia carriera nessuno mi ha regalato niente e mi gratifica: significa che ognuno può lavorare senza porre limiti. La squadra? Possono dare di più, ne sono sicuro. E i bravi allenatori diventano bravi se hanno giocatori bravi. E i nostri lo sono». Siparietto del coach, che si è preso qualche simpatico fischio per non aver indicato il pizzo come uno dei simboli di Cantù. Un po’ di goliardia…

Un fiume in piena Santoro: «Sono ottimista, confido nella capacità di lottare della squadra. Questo ci chiede il pubblico, perché vincere è importante, ma se non si lotta non si vince». E ancora, sull’arena: «Sarà rivoluzionaria, uno spartiacque tra uno sport che viaggia a una certa velocità e uno che andrà a velocità tripla».

Sindaco

La necessità di percorrere due binari, quello sportivo e quello della nuova struttura, sono stati sottolineati anche dal sindaco Alice Galbiati: «Sarà un’annata decisiva, all’insegna dello slogan #RoadTo24. L’amministrazione sarà vicina alla società, sugli spalti per tifare e negli uffici per realizzare la nuova arena. Sarà un percorso difficile, ma lavoriamo con il supporto di tanti, anche di Regione Lombardia e delle istituzioni».

E poi i giocatori, accompagnati da una canzone scelta da loro. Un loquace Giovanni Pini – esperto in promozioni dalla A2 - è stato chiaro: «Il lavoro quotidiano è fondamentale, ora ci stiamo conoscendo ed è risaputo che contro Cantù vorranno dare tutti il meglio. Garantiamo che ce la metteremo tutta».

Chiusura con il capitano Matteo Da Ros, “pizzicato” sui social nei giorni scorsi dopo le Final Four, ha mostrato sorrisi ed entusiasmo: «Essere capitano di una squadra storica comporta delle responsabilità, che ho abbracciato lo scorso anno in un momento delicato e che sono felice e orgoglioso di avere ancora. Lo scorso anno è terminata male, ma sono state gettate le basi per costruire qualcosa di buono». Lo sperano tutti.
L. Spo.

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