Pancotto e l’emergenza Covid
«Fisico ok, ora conta la testa»

«Negli sport di squadra non è però solo un fatto individuale, bensì di come vivi insieme la situazione. E la forza del gruppo deve essere la concentrazione»

Il successo contro Roma è ormai archiviato anche perché nel frattempo c’è stata la pausa del campionato per lasciar spazio agli impegni delle Nazionali e all’orizzonte si intravede ormai il prossimo ostacolo, rappresentato dalla trasferta di domenica prossima a Brindisi. Ma che Acqua S.Bernardo è quella che sta per riattaccare la spina per un appuntamento agonistico di spicco quale quello in terra di Puglia? Insomma, come procede la preparazione in casa Pallacanestro Cantù, dopo che il Covid aveva costretto a star fermi a lungo per poi tornare in campo non al meglio della condizione?

«Fatto salvo Leunen che ha avuto qualche ritardo a causa dell’infortunio che l’aveva stoppato nelle scorse settimane, gli altri suoi compagni sono sulla strada giusta per recuperare al 100% - spiega Cesare Pancotto -. Negli sport di squadra non è però solo un fatto individuale, bensì di come vivi insieme la situazione. E la forza del gruppo deve essere la concentrazione. La scorsa settimana, stante l’assenza di Pecchia, la condizione non ottimale di Leunen e qualche acciacco che ha interessato Smith e Woodard, c’è stato un adattamento al programma che avevamo pensato. La fisicità mi sembra tuttavia a buon punto, anche se le 5 partite che ci aspettano in 14 giorni, con 3 trasferte di fila, ci devono indurre ad adattarci al meglio a ogni tipo di situazione».

Appunto, è in arrivo un tour de force: domenica a Brindisi, mercoledì 9 a Cremona, la domenica successiva a Trento, mercoledì 16 con Trieste e domenica 20 con Brescia. Vi sentite pronti? «Questa squadra ha voglia di giocare - fa presente il coach della S.Bernardo - e ha già dimostrato di avere forza mentale per ovviare a qualsiasi tipo di difficoltà. Non ci preoccupiamo se siamo al 60, al 70, all’80 o al 90% della condizione fisica, fondamentale è che con la testa si sia al 100% in ogni partita».

Eccetto Brindisi, le avversarie che vi attendono sono più o meno del vostro stesso livello. Possibile, allora, che al termine di questo ciclo ci si possa fare un’idea più precisa su Cantù e sui prossimi obiettivi?

«Ogni gara deve aumentare la nostra autostima e farci comprendere meglio cosa serve e cosa invece ancora manca. Senza stare a guardare la classifica perché quello che ci attende è più di un salto in lungo, addirittura un salto quintuplo. Una volta atterrati, vedremo dove saremo arrivati».

Intanto, il fresco debutto in Nazionale le dovrebbe aver restituito un Pecchia ancor più carico. «Andrea era bravo prima di approdare in azzurro e lo è ora. Per lui è stato un premio e un riconoscimento, ma in fondo lo è anche per noi che l’abbiamo portato lì. Già di per sé è un entusiasta, figurarsi ora che ha giocato con la Nazionale... Questa esperienza di nove giorni aiuterà lui e la squadra nel medio termine perché contribuirà ad accrescere un certo tipo di mentalità».

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