Sodini si è liberato
È pronto per Cantù

Sarà un’estate di grande ritorni: l’allenatore ha risolto il contratto con Capo d’Orlando e ora può firmare. Operazione di alto profilo anche quella legata a Frates, a un passo dal fare l’assistente e portare altra esperienza

E che nessuno la chiami operazione nostalgia. Perché non è così. Anzi, a guardarci bene è una chiara intenzione di potenziare e allargare la parte sportiva, mettendoci anche un pizzico di entusiasmo.

La Pallacanestro Cantù, per l’ennesima volta, si sta preparando a cambiare pelle. E all’inizio della seconda stagione della nuova gestione ci si augura che la strada possa essere quella definitiva.

Fronte numero uno, e sarà il primo tassello del domino, la scelta dell’allenatore. Ormai le idee paiono chiare, soprattutto al comitato centrale di comando del club, ovvero il consiglio di amministrazione. Quattro erano i nomi in ballo. Ovvero, Nicola Brienza, Mattia Ferrari, Marco Gandini e Marco Sodini, seguendo l’ordine alfabetico. Ma ora c’è anche una gerarchia. Che servirà al general manager Daniele Della Fiori per chiudere la trattativa.

Dopo aver messo la freccia lunedì pomeriggio, uscito come la prima scelta del cda biancoblù, ormai non ci sono più dubbi sul fatto che il prossimo allenatore sia Sodini, cavallo di ritorno dopo la parentesi Gerasimenko.

Possiede la gran parte dei requisiti richiesti. Ha allenato in A (qui), ha un’ottima conoscenza dell’A2 (l’ultima a Capo d’Orlando), è uno dei profili che più stimolano la piazza, sa (eccome) comunicare e potrebbe essere il tecnico giusto per accentrare anche un po’ di attenzione e pressione (doti che in alcune situazioni non fanno male). Cantù ha un ottimo ricordo, il cordone non s’è mai spezzato e tra quelli che spenderanno sempre una buona parola c’è un certo Carlo Recalcati, monumento della pallacanestro italiana.

La trattativa è stata più breve di quanto si pensasse, perché lui era ancora sotto contratto con Capo, ma ha un’opzione di escape da esercitare prima di fine stagione. E così è stato, ieri. Con i saluti reciproci e il nuovo status di “free agent”. Vogliamo azzardare una data per l’annuncio? Domani.

Tornando in Brianza, potrebbe trovare un altro volto molto conosciuto, quello di Fabrizio Frates. Il tecnico, non dimentichiamolo, lanciato dalla famiglia Allievi dopo le esperienze nel settore giovanile e colui che portò l’ultimo successo europeo nella grande storia biancoblù: la Coppa Korac del 1991. Poi le strade con Cantù si re-incrociarono ai tempi della presidenza Polti per una stagione (la 1998/99).

Stavolta farebbe l’assistente e qualcosa in più, allargando le competenze, mettendo a disposizione del club la grande esperienza maturata in A e quella recente in A2, visto che da qualche stagione batte tutti i campi come commentatore tivù. L’arrivo di Frates, pur tuttavia, metterebbe in posizione critica Marco Gandini. Che a questo punto o sarebbe il capo allenatore o chiuderebbe qui la sua esperienza canturina.

Non si può invece parlare di ritorno, invece, per Bruno Arrigoni, il gm delle fortunate campagne con Franco e Alessandro Corrado e Anna Cremascoli. Perché lui da un paio di stagioni è già consulente e collaboratore della società (e il rapporto con Daniele Della Fiori è splendido e affiatatissimo). Ora, al limite, potrebbe anche accettare di guardare le cose un po’ più da dentro, entrando nella stanza dei bottoni e affiancando il presidente Roberto Allievi (e il cda) nelle decisioni dell’area tecnica.

Si tratta della conferma, una volta di più, di quanto il futuro di Cantù possa poggiare su radici ben piantati nel passato. E qui rubiamo, non casualmente, un concetto tanto caro a Gianni Corsolini, un altro che questo club aveva nel cuore e che si sarebbe fatto in quattro per farlo tornare grande.

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