Sorrisi ed emozioni
«Ceruso un visionario»

Lo hanno raccontato quattro personaggi del basket italiano del calibro di Aldo Corno, Raffaella Masciadri, Andrea Trinchieri e Flavio Tranquillo

Sono trascorsi oltre vent’anni da quando sedeva sulla panchina dell’ex Palasampietro e due anni da quando è prematuramente scomparso. Ma il ricordo di Antonio Ceruso, per tutti “Ciccio”, è ancora vivo più che mai.

Lo hanno raccontato quattro personaggi del basket italiano del calibro di Aldo Corno, Raffaella Masciadri, Andrea Trinchieri e Flavio Tranquillo, intervenuti ieri al “Memorial Ciccio” che per due giorni ha animato il palazzetto di Casnate con Bernate, grazie alla manifestazione ideata dalla Polisportiva Comense.

La tavola rotonda (moderata dal nostro responsabile dello sport Edorado Ceriani, e preceduta dal saluto di Niki D’Angelo delegato provinciale del Coni, di Franco Borghi presidente del Comitato Provinciale Fip, e dell’Amministazione di Casnate) è stata l’occasione per ricordare Ceruso come allenatore della Comense, ma anche per raccontare l’umanità di una persona rimasta nel cuore dei suoi tanti amici.

Oggi icona del basket nazionale, Raffaella Masciadri ha ricordato gli inizi con Ceruso. «Giocavo nella Sireg ad Alzate Brianza, e fu proprio Ciccio con Giardi e Corno a prelevarmi. Posso dire che, insieme a mio papà, è stato lui a introdurmi alla pallacanestro. Di Ciccio ho un bellissimo ricordo perché nonostante fosse una persona un po’ introversa, sapeva farsi voler bene. Le sue cose più incredibili erano l’amore per i dischi e la scaramanzia nel prepartita. E poi, la sua conoscenza delle trattorie… era la cosa più bella per fare gruppo».

Il condottiero di quella Grande Comense era Aldo Corno. «Ma un allenatore di alto livello, se non ha assistenti di alto livello, non è nessuno – sottolinea Corno -. E Ciccio come Gianluca Piccolo (anche lui presente ieri, nda.) lo era. Amava lavorare con le giovani: lo chiamavo cane da tartufo, perché se si muoveva una bambina lui la scovava. Gli ho fatto un po’ da papà perché aveva avuto una tragedia giovanile. E ancora mi commuovo ricordandolo».

Voce inconfondibile di Sky, Flavio Tranquillo è stato compagno di scuola di Ceruso. E oltre agli aneddoti del “personaggio Ceruso”, ha rivelato un aspetto tecnico del “Ceruso allenatore”. «Teorizzava una cosa che allora era eretica: giocare senza ruoli, cinque fuori, tutti che tagliano. Che per quei tempi era straordinario».

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