Banchini: «Como, la difesa
va aiutata da tutta la squadra»

Dopo il tonfo con il Renate e l’eliminazione in Coppa Italia, il tecnico non cerca alibi

Marco Banchini se l’è riguardata bene la partita del Como contro il Renate. Lo fa sempre, questa volta però era particolarmente importante. Perchè di cose che non hanno funzionato al meglio ce n’è stata più di una. E sono questioni da affrontare, e ovviamente risolvere, al più presto.

«Lasciamo stare tutti quelli che potrebbero essere degli alibi, tipo qualche assenza, qualche cambiamento fatto per valutare soluzioni diverse, o il fatto che il Renate possa essere stato un po’ più fresco di noi che abbiamo giocato anche la domenica precedente. Andiamo invece al cuore del problema, cioè al fatto che il nostro approccio alla gara non è stato sufficientemente aggressivo. E che il lavoro di non possesso non è andato bene. Lo dico sempre, la nostra prima linea di pressione è in avanti, comincia da lì. E non ha funzionato bene».

Questione di tempi, di lavoro ancora da completare, di automatismi ancora da sviluppare. E questione, anche, di categoria. «L’ultima volta che il Como ha perso una partita eravamo a Mantova, parliamo di trentuno partite fa», ricorda Banchini. E vedere il Como perdere, dunque, inconsciamente fa effetto anche per questo.

Ma questa è la serie C. «Il che non toglie che quello che è accaduto l’altra sera sia stata una conseguenza di errori nostri. Nel primo tempo ci sono state fasi anche un po’ imbarazzanti per come ci superavano facilmente con i lanci lunghi. Non con fraseggi o belle giocate a centrocampo, dove invece andavamo bene, meglio di loro, perchè abbiamo costruito qualche movimento e qualche azione che loro non sono stati in grado di costruire».

Non ha funzionato la pressione sugli avversari. «È questione di atteggiamento e di lavoro, soprattutto del gran lavoro che va fatto lontano dalla porta. Non saremo mai una squadra attendista che aspetta il momento giusto per colpire, come hanno fatto loro. Servono però i tempi di movimento giusti, non è possibile che un attaccante avversario si trovi da solo davanti al portiere più volte, come l’altra sera: la nostra difesa gioca alta, deve essere aiutata da tutta la squadra».

Ci sono stati però anche errori diversi, come i due gol presi sullo sviluppo di altrettanti corner. «Sì, e aggiungo anche che nella settimana precedente abbiamo avuto delle difficoltà in allenamento nel preparare queste situazioni su palle inattive. Ci sono state disattenzioni clamorose, da evitare assolutamente. Anche in questo caso serve lavoro e concentrazione. Perchè poi, se guardiamo bene, la partita poteva avere anche tutt’altro punteggio, non tutto è andato male. Abbiamo avuto situazioni offensive importanti, nel primo tempo è stato annullato un gol per fuorigioco a Ganz secondo me assolutamente valido, non è proprio stato tutto da buttare, anzi».

Niente paura, insomma. «No, bisogna imparare velocemente e metterci sempre la massima attenzione. Il nostro modo di giocare non cambierà, ci sono giocatori che questa categoria la conoscono bene, chi c’era l’anno scorso conosce bene il mio sistema di gioco. Sul valore di questo organico non ho dubbi».

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