Banchini e la legnata
del Como: «Inspiegabile»

Il mister analizza a freddo il pesante ko nel derby: «Non è questo l’atteggiamento della squadra. Pensare a non rischiare in difesa ci sta, ma io chiedo un altro tipo di gioco, sempre aggressivo e determinato»

Due giorni di riflessioni, e di chiarimenti con la squadra. Ma «una spiegazione vera e propria di quello che è accaduto domenica non c’è». O meglio, Marco Banchini sa bene qual è stato l’errore principale, «essere entrati in campo con l’idea di non correre rischi più che pensare invece a essere propositivi e costruttivi». Un atteggiamento sbagliato, che non è proprio del modo di pensare del tecnico e tutto sommato neppure dei suoi giocatori. «Così come non è mai successo di perdere 3-0 da quando io sono qui, quindi il dispiacere che sia successo proprio nel derby è ancora maggiore».

Errori individuali, ma anche un errore generale di interpretazione della partita, «senza che ce ne fossero avvisaglie, perché la settimana era andata benissimo. Anzi, siamo scesi in campo nella condizione migliore, e ne siamo usciti nel modo peggiore».

Nessuno ha cercato alibi, e nemmeno il mister lo fa. «Siamo partiti in maniera ordinata, ma senza mai essere pericolosi, non con la solita prepotenza. Nemmeno loro, però. Che sono andati in gol su una serie di errori nostri», ma di errori difensivi il Como ne aveva commessi anche con il Renate, eppure «lì abbiamo fatto una partita aggressiva fin da subito, e anzi gli episodi negativi, come l’espulsione, hanno scatenato una reazione importante», domenica invece zero. «La situazione sotto di due gol era complicata, ma anche quando cercavamo di attaccare, di crossare, tornavamo indietro. La squadra non è più riuscita a riconoscersi, senza energia, senza presunzione».

Grave. O no? «Più che altro un po’ inspiegabile, anche se le ragioni dobbiamo trovarle e soprattutto risolverle. Perché sappiamo che l’atteggiamento del Como non è questo, pensare a non rischiare in difesa ci sta, ma io chiedo un altro tipo di gioco, aggressivo, determinato, e di questo atteggiamento non dobbiamo privarci mai, domenica ne è stata una dimostrazione in più. E abbiamo preso tre gol da tre cross, e questa non era mai stata una nostra criticità, finora ne avevamo subiti due, su punizione e su rigore».

Modulo, scelte degli uomini, non sono state queste le cause secondo Banchini. «Non è questione di numeri, è questione di stare più vicini, di accompagnare l’azione con tutta la squadra in tutte le fasi, di metterci un altro tipo di atteggiamento. Ma lungi da me dall’addossare le colpe ai ragazzi, ci siamo dentro tutti».

E il tifo in tribuna infatti ce l’aveva soprattutto con lui. «Il pubblico è libero di dire ciò che vuole, ovviamente. Io dico solo che chi si mette a criticare con certi toni la squadra dopo venti minuti perché prende un gol, sapendo perdipiù che qui c’è una società che si sta dando tanto da fare per costruire, è uno spettatore, non un tifoso. E in questo modo non aiuta di certo la squadra».

Ora c’è da reagire subito, cinque partite in due settimane, e ancora non tutti i nuovi giocatori pronti per stare in campo in piena condizione. Anche domenica le scelte erano in parte obbligate, la squadra non ha cominciato la stagione al completo. Può pesare anche questo? «Io devo far rendere al meglio chi c’è, non devo pensare ad altro. E devo farlo subito».

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