Ciciretti: «Il gol e il derby, che domenica
E a Como mi piacerebbe restare»

Intervista al fantasista azzurro che ha risolto la gara di Perugia

l suo gol ha fatto scalpore. Primo, perché ha regalato la quasi certezza della salvezza al Como; secondo (soprattutto) per come è stato realizzato. Una magìa di Amato Ciciretti, un colpo atteso da tutti vista la fama del ragazzo, che finalmente è arrivata. I tifosi del Como e gli addetti ai lavori l’hanno visto e rivisto. E il replay mette a fuoco la bellezza del gesto: palla da destra rasoterra di Cerri, stop di destro, palla sul sinistro che la alza il giusto e di nuovo conclusione di destro vincente. Un palleggio da giocoliere e per giunta con il piede meno indicato per un mancino come lui.

Amato, felice per il gol?

Contentissimo.

Un bel gol, non c’è che dire..

Già, non male. Con il piede sbagliato.

Lo mette nella galleria dei suoi gol più belli?

Certamente, anche perché non è che io abbia segnato tanti gol belli. Anzi, ne ho proprio segnati pochi. Sono più uno che fa segnare, piuttosto che un finalizzatore. Ci metto un paio di gol segnati nel Benevento, me ne ricordo uno bello alla Sampdoria.

Come sta Ciciretti?

Direi bene. Mi sento in forma.

Eppure non è ancora titolare fisso.

Sì, ma c’è stato un problemino a Benevento, si era irritata una cicatrice si un vecchio problema. E allora siamo andati cauti.

Questa è stata la sua prestazione migliore nel Como?

Direi di no. Anzi, salvo il gol e poco altro. La mia migliore prestazione è stata quella di Ascoli.

Questa volta ha giocato però in una posizione diversa: non più esterno, ma dietro le punte.

Sì, una posizione migliore per me. Sono più vicino alla porta, spendo meno energie, posso essere più pericoloso. Però mica si può cambiare il modulo per me. Questa volta c’erano parecchie assenze e il mister ha fatto così. Ma io sono pronto a giocare anche da esterno.

Nell’altra partita da titolare, invece, non era riuscito a incidere.

Sì, ma io rendo meglio nelle partite in cui stiamo a lungo nella metà campo avversaria, invece con la Spal è stata una partita in cui eravamo in difficoltà, avevamo poche energie.

Aveva definito Como come una opportunità.

E lo confermo. Una bella opportunità. Anzi, mi piacerebbe restare. Magari tre anni. Ho girato troppo a lungo nella mia carriera, aspetto di fermarmi un po’ in un posto per ambientarmi e dare il meglio. Qui sarebbe bello perché ho trovato un gruppo molto unito che non molla mai.

Lei è romanista: una domenica speciale con i gol al Perugia e il 3-0 alla Lazio.

Vero. Il primo tempo l’ho intravisto sul telefono mentre rientravo a Roma. Il secondo tempo invece l’ho visto in tv.

Alla prima apparizione al Sinigaglia ha regalato la maglia: lei va d’accordo con i tifosi...

Sì, perché mi piace il calore dei tifosi. Da ragazzo andavo in curva, a Roma. Apprezzo la passione, se posso fare un gesto lo faccio.

Oltre a Totti, chi è stato il suo modello?

Cassano, senza dubbio.

A proposito: passava per uno un po’ estroso, invece abbiamo qui un Ciciretti tranquillo, disponibile.

Ho 28 anni, e ho messo la testa a posto. Ho una famiglia e due bambini. Se ripetessi certi errori adesso sarei uno stupido. Adesso è il momento di ottimizzare.

I figli giocano a calcio?

Uno sì, ma fa il portiere... L’altro è troppo piccolo.

Porterà la famiglia a Como?

Se rimanessi, sì. Mi sembra un bel posto per viverci. Adesso per ragioni logistiche, la famiglia è a Roma.

Il Como si salva?

Beh, abbiamo fatto un passo avanti importante. Adesso dovrebbe succedere un disastro per tornare a rischiare. Possiamo dare un’occhiata più in alto. Oddio, ormai per i playoff è dura. Ma provarci non costa nulla.

Il Como ha perso un po’ di brillantezza...

Colpa anche delle squadre che ti studiano e sono più pronte. Ma abbiamo ancora cose da dire.

Perché gioca così “coperto”?

Perché odio il freddo...

© RIPRODUZIONE RISERVATA