Ardito: l’emozione
dopo la paura

Il capitano è tornato in campo a Lumezzane : «E adesso cerchiamo di vincere sempre»

Da Natale a Pasqua. E se non è una resurrezione, poco ci manca. Andrea Ardito torna, e il Como torna a vincere. Non è un’equazione, ma forse neppure una coincidenza.

Era rimasto fermo al 21 dicembre, serata in cui il Como aveva vinto a Pavia. E forse nemmeno quella era stata una coincidenza, perchè Andrea aveva raccontato in quei giorni di grande paura - perchè di paura vera si trattava sulle prime, quando si pensava che il suo problema ai tendini dei talloni oltre a non permettergli di giocare più avrebbe avuto anche delle conseguenze pesanti e dolorose nella sua vita quotidiana personale - di aver chiesto ai suoi compagni quella sera prima di scendere in campo. «Vinciamo, vincete per me perchè potrebbe essere l’ultima partita della mia vita»..

«Avevo pensato di smettere - ricorda oggi - perchè il dolore era davvero insopportabile. Ci avevo convissuto per qualche mese, ma a un certo punto non è stato veramente più possibile».

Però già fin da quel momento in cui ha dovuto arrendersi all’evidenza, Andrea aveva dentro di sè quell’obiettivo. Giocare ancora qualche partita in questo campionato. Dieci, due, non importava quante. E ha lavorato per questo. Giorno dopo giorno. «Desideravo giocare, fosse stato anche solo per una partita. E ringrazio tutti, la mia famiglia, i due preparatori che si sono presi cura di me minuto dopo minuto, l’allenatore che mi ha aspettato e mi ha dato l’opportunità di tornare appena ce n’è stata l’occasione». E ora, nella corsa del Como il capitano quanto ci crede? «Credo che dobbiamo andare avanti e provare a vincerle tutte. Volevo tornare anche per questo». Lui non ha mollato, nemmeno quando sembrava impossibile. Vale la pena.

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