Banchini: «Il sintetico?
Può essere un vantaggio»

«Con questo tipo di terreno ci sarà il grande vantaggio di avere un campo sempre praticabile»

Campo sintetico al Sinigaglia, finalmente è un sì. E al di là di tutti gli altri risvolti, dal punto di vista tecnico la novità è valutata positivamente da chi dovrà utilizzarlo, l’allenatore, i giocatori. Anche per un motivo tutt’altro che secondario: il Como con il terreno artificiale utilizzerà lo stadio anche per gli allenamenti quotidiani. E questo viene considerato un grande vantaggio. «Personalmente non sono più favorevole a un tipo di terreno piuttosto che a un altro - dice il mister del Como, Marco Banchini -, ma sono favorevole al fatto di avere un terreno di gioco adeguato. E il nostro campo per vari motivi, a cominciare dai fattori atmosferici, non sempre lo è stato. Non baratterei un campo perfetto in erba con un sintetico, ma noi per mesi ci troviamo a giocare su un terreno non perfetto. E questo penalizza molto. Con il sintetico ci sarà il grande vantaggio di avere un campo sempre praticabile. E per il nostro tipo di gioco, fatto di possesso palla e di costruzione, è questo che conta».

Poi, appunto, c’è il discorso di poterci lavorare sopra tutti i giorni, «ed è un aspetto fondamentale, perché poi davvero giochi sempre in casa. Nel senso che l’abitudine alla struttura, alle dimensioni, diventa un reale vantaggio, può essere davvero determinante».

Sul sintetico il Como non ha avuto particolari difficoltà, «lo abbiamo utilizzato regolarmente anche in allenamento, e non ci sono stati problemi particolari. Intendo a livello di problemi muscolari e tendinei. Qualche lieve infortunio durante la stagione, ma assolutamente nella norma. Se si eccettua la tendinite di Gatto - fermo per diversi mesi, ndr -, le cui ragioni però non sono chiare. Oggi, poi, la composizione del terreno sintetico è migliore rispetto al passato. Dunque non vedo particolari controindicazioni».

La cosa principale, secondo il mister, «è la possibilità di avere continuità nella tenuta del campo. Il che significa poter lavorare senza doversi preoccupare delle condizioni del terreno, per tutta la stagione. Se devo valutare quello che è successo al Como, quest’anno come l’anno precedente, noi abbiamo sempre dato il meglio su terreni buoni, tenuti bene, che fossero in erba o in sintetico. Quindi non può che essere un vantaggio».

«Ci porterà qualche punto in più»

Favorevole anche l’opinione di Alessandro Bellemo. Il centrocampista del Como ha vissuto l’esperienza di una stagione, quella precedente, alla Pro Vercelli. Che già da qualche anno ha il sintetico. «C’è senza dubbio il vantaggio che gli avversari ci mettano un po’ di più ad ambientarsi, e questo chiaramente favorisce. Il rimbalzo del pallone può essere leggermente diverso, la palla un po’ più veloce, anche se poi, sinceramente, i sintetici nuovi sembrano davvero campi normali. Quello di Vercelli era un po’ usurato, spesso si seccava. A Como presumo sarà già un’altra cosa».

A livello muscolare, Bellemo non ha notato difficoltà particolari, «direi di no, del resto ormai molte squadre si allenano su campi sintetici. La cosa importante sarà il fatto di poterci allenare sul campo dove giochiamo. Questo sì che potrebbe davvero regalarci qualche punto in più».

Per il tipo di gioco a cui è abituato il Como, «credo che, ripensando anche a quest’ultima stagione, con un terreno a posto qualche punto in più l’avremmo avuto. Penso per esempio all’ultima gara, con l’Olbia, dove le condizioni del campo erano pessime... Il campo in erba ha sempre il suo fascino, ma il futuro del calcio credo che inevitabilmente vada in questa direzione». Anche a costo di dover cominciare su un altro campo, se non si farà in tempo. «Di questo il Como non ha colpa, e se ne vale la pena per avere poi vantaggi dopo, non sarà un grande problema».

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