Bellemo il goleador
«Mi viene da ridere»

«Mi trovo più spesso di prima nella situazione di poter provare a tirare. E confesso anche che un po’ mi sono sempre portato dietro questo desiderio»

È lui, in un certo senso, la vera sorpresa. Alessandro Bellemo, secondo lavoro bomber. Per i tifosi non è certamente strano che il capitano sia sempre in campo, e sempre tra i migliori. Ma lui, che di gol in carriera non ne aveva mai segnati sino all’anno scorso - tre in serie C -, sta diventando una sorta di arma segreta per questo Como. E lui stesso ci ride un po’ sopra.

Alessandro, dobbiamo chiamarti bomber?

Veramente mi viene da ridere... è quasi un sogno.

Un sogno, ma forse non un caso.

No, è vero che almeno un’occasione a partita mi sta capitando. Mi trovo più spesso di prima nella situazione di poter provare a tirare. E confesso anche che un po’ mi sono sempre portato dietro questo desiderio. Poi dici, ne ho fatto uno, proviamo a farne un altro.

La nuova arma segreta, ormai segreta per modo di dire, del Como?

In realtà, la cosa importante è che ci siano più giocatori che possono segnare. Questo serve alla squadra. Anche se io poi tifo sempre per i gol degli attaccanti. Avrei tanto voluto che sabato segnasse anche Gabrielloni quando è entrato. Perchè loro vivono di più per il gol, e prima si sbloccano meglio è per tutti noi. Ma anche il gol di Ale è in arrivo, ne sono sicuro.

Due reti, le tue, fondamentali. Il 2-3 a Brescia, e con l’Alessandria la rete che ha svoltato la gara.

Importanti tutte e due, ma direi soprattutto il gol di Brescia. Perchè per come stavano andando le cose con l’Alessandria, la partita prima o poi si sarebbe sbloccata. Se non avessi segnato io sono certo che l’avrebbe fatto qualcun altro. La partita di Brescia invece era più difficile, noi dopo tre sconfitte consecutive eravamo in un altro stato d’animo. Vincere è stato fondamentale per passare due settimane tranquilli. E per rivincere.

Allora adesso, con due successi sulle spalle, lo scontro diretto di Ferrara si può guardare con più ottimismo.

Sicuramente sì, anche se sarà molto difficile.

Ma c’è qualcosa di facile in questa serie B?

Quanto sentite la diversità di categoria voi che avete vissuto tutto in pochi mesi?

È tutto più difficile, a livello fisico e a livello mentale. Ogni partita va giocata come l’occasione della vita. In sintesi: se fai tre errori in C ti fanno un gol, in B te ne fanno due. Il lavoro sta soprattutto nel ridurre al minimo gli errori.

Eppure, almeno sinora, l’anno scorso quando perdevate, anche nel momento cruciale di fine stagione, erano sempre sconfitte nette, meritate. Quest’anno per ora non è andata così.

È vero. Abbiamo sbagliato una sola partita su otto, sinora. Quella con il Frosinone. E questo dimostra che stiamo facendo un percorso importante, che può solo andare meglio. Qualcuno di noi non aveva mai fatto questa categoria, ci vuole anche il tempo per crescere. Io stesso considero questa la mia vera stagione di esordio in serie B.

Eppure qualcosa dalla C vi portate dietro. La capacità di non perdere la calma dopo tre sconfitte ricorda le reazioni alle tante difficoltà dell’anno scorso.

Sì, anche perchè è successa una cosa molto bella. I nostri compagni nuovi sono arrivati tutti con tante motivazioni, come avevamo noi. Ma soprattutto con un atteggiamento molto positivo. Sembra davvero di conoscerci tutti da anni. Era anche facile inserirsi nel nostro gruppo, e tutti lo hanno fatto bene. Ci sentiamo a casa. Sui “vecchi” non avevo dubbi. Infatti dall’inizio abbiamo cominciato a fare bene, il primo gol è stato di Iovine, anche questo è stato un bel segnale.

Dunque, è stato un inizio migliore di quello che pensavate?

In un certo senso sì, anche se sin da subito eravamo convinti di poter reggere l’impatto con la B.

Che cosa vi può fare più paura?

Ci sono squadre più forti di noi, questo lo sappiamo benissimo. Squadre che in un attimo possono farti tre gol. La B è questa. Vinci a Brescia dopo aver perso a Cosenza, dove non meritavamo certo di perdere tra l’altro... Ma noi abbiamo anche la capacità di affrontare tutti allo stesso modo, per cercare di vincere. E questo ci aiuta sempre.

Nelle prime partite si era visto un Como un po’ più in difficoltà nei secondi tempi. Le ultime due gare hanno dimostrato il contrario, un bel segnale di crescita.

E non è l’unico. Con l’Alessandria per la prima volta non abbiamo preso gol, che è fondamentale. Perchè adesso dobbiamo concentrarci molto anche su questo, sul tenere la porta inviolata. Il punto è proprio quello, ogni gara fare un passettino in avanti in più, a ogni partita aggiungere un pezzettino.

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