Como in smart working
Allenamenti a casa

Dunque, i giocatori lavoreranno autonomamente, dove vorranno, secondo un programma ad hoc messo a punto da preparatore

Anche il Como fa smart working. E non solo per la sede, chiusa da ieri. Ma anche per quanto riguarda la squadra. Che da ieri lavora autonomamente, ognuno per fatti propri. Secondo un programma messo a punto, giocatore per giocatore, dal preparatore atletico. Una decisione presa in anticipo rispetto all’annuncio in serata della Lega Pro che ha bloccato gli allenamenti sino al 20 marzo per tutti.

Ma partiamo dall’inizio. La prima decisione è stata, ieri mattina, di chiudere la sede, con i dipendenti in smart working, in ottemperanza alle indicazioni governative. Sul sito il comunicato della società: «Da oggi e per i prossimi giorni gli uffici della sede di Viale Sinigaglia, 2 rimarranno chiusi al pubblico in ottemperanza di quelle che sono le normative in materia di contenimento del virus Covid-19. Per qualsiasi necessità si invita a scrivere una mail all’indirizzo [email protected]». Nel pomeriggio, invece, è arrivata la decisione riguardo il gruppo tecnico. Dopo una riunione tra società e staff, è stato deciso di interrompere gli allenamenti al Lambrone di Erba. Questo come gesto di sensibilità in merito alla campagna #stateacasa che sta caratterizzando questi giorni, per aiutare l’applicazione del decreto governativo.

Dunque, i giocatori lavoreranno autonomamente, dove vorranno, secondo un programma ad hoc messo a punto da preparatore, per non perdere il tono muscolare e la reattività. Siccome l’allenamento a casa si porta dietro qualche rischio di infortunio, se non si ha la possibilità di farlo su una superficie adeguata (già correre sull’asfalto per i calciatori è un problema che può provocare danni alle articolazioni e ai tendini), si sta valutando se mettere disposizione lo stadio per sedute che nel caso dovrebbero però essere a gruppi di pochissimi giocatori. E la stessa cosa potrebbe accadere al Lambrone.

Fino a quando? La Lega Pro ha fissato il primo step al 20 marzo. Due settimane. Poi si vedrà come sarà la situazione. In teoria la data del 5 aprile è la prima utile. Inutile fare previsioni. A questo punto però, dopo due settimane di stop, poi sarà necessario fare un ritiro vero e proprio esattamente come succede in estate. Dice Banchini: «Lo staff tecnico in pieno accordo con la società, ha optato per questa strategia come gesto di sensibilità verso le direttive ministeriali. Così evitiamo rischi ulteriori per i giocatori. Vedremo quale sarà l’evoluzione della situazione».

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