Como, mister...o. Ludi: «Non vogliamo sbagliare»

Questa settimana dovrà essere quella del nuovo allenatore: D’Angelo resta in pole. Il dg sulla crisi: «Andiamo per obiettivi: far tornare la gente orgogliosa di questa squadra»

La crisi attanaglia, morde la gola. Le critiche della gente hanno lasciato il segno. E intanto a Como proseguono fitti i colloqui tra dirigenti per scegliere il nuovo allenatore. Prima domanda: quando arriverà il nome? Non ci sono certezze, anche se tutti ci aspettiamo che la prossima domenica ci sia in panchina il nuovo tecnico.

L’unica sfumatura che potrebbe cambiare le carte in tavola, è la sosta successiva alla prossima partita, che potrebbe rendere la scelta più agevole. In più il Pisa, società con cui il primo indiziato Luca D’Angelo ha un contratto, potrebbe decidere proprio alla sosta di cambiare l’allenatore e richiamarlo, e questo potrebbe anche allungare i tempi. Anche se la vera sfida, per il Como, è essere credibili e convincere l’allenatore a firmare.

Nomi? Solo identikit: un tecnico che abbia esperienza in B, abile a far crescere le proprie squadre. Non un ex allenatore di serie A, improbabile anche la scelta d un tecnico inglese. Nella corsa alla panchina azzurra scendono così dalla corsa nomi come De Zerbi, Andreazzoli, persino Ranieri. Nessuna chance per Aglietti o Baldini. Radio mercato dà il Como vicinissimo a un nome (D’Angelo?), con forse un paio o più di alternative (Longo? Breda? Stellone?).

Ieri il dg Charlie Ludi ha detto alcune cose. Sull’allenatore: «Stiamo lavorando perché non vogliamo sbagliare e vogliamo scegliere bene. Il profilo? Non siamo in questo momento una squadra che è partita per inseguire la promozione in A quest’anno, siamo all’interno di un programma triennale, oramai biennale. Questo per dire che la figura dell’allenatore che scende dalla A e accetta la B per vincere subito non va bene. Siamo in costruzione, abbiamo bisogno di gente che lavora per costruire un qualcosa. Tempi? Impossibile dirlo». Charlie ha anche parlato di Gattuso: «Per me è difficile parlarne. Certo è stata una brutta botta per tutti, e non possiamo dimenticare che nelle difficoltà c’è stato anche questo colpo basso. Detto questo, il mio pensiero va anche a Guidetti e Bircham che si sono messi in gioco».

La crisi: «Contro il Cagliari e il Pisa ci è mancata solo la vittoria. Una vittoria che avrebbe avuto un significato importante a livello di consapevolezza. Il paragone con lo scorso anno? Andrei cauto, al di là della curiosa ripetitività dei risultati, a fare paragoni. Io credo che questa rosa possa togliersi delle soddisfazioni, siamo convinti del lavoro che è stato fatto in allestimento. Va gestita la situazione contingente. Adesso che abbiamo faticosamente inquadrato la vicenda di Gattuso, a cui va il nostro abbraccio, possiamo concentrarci sul futuro».

Si aspettava una scelta veloce: «Ci sono i tempi che servono per fare la scelta migliore». Fabregas e Baselli non sono pronti: «Di Fabregas si sapeva, serve un po’ di tempo. Baselli forse ha forzato troppo alla prima giornata e ha avuto qualche problemino. Anche sabato voleva stare in campo sino alla fine». La contestazione ha lasciato il segno? «Ho sentito cose condivisibili, là fuori. Noi dobbiamo procedere a piccoli passi e porci come primo obiettivo quello di far tornare orgogliosa la gente di questa squadra. Come lo era stata dopo la partita con il Cagliari. Poi è successo quello che è successo. Ma siamo ancora noi e il tempo per dimostrarlo c’è tutto».

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