Como, stessi punti dell’anno scorso. Ma con due in più...

L’analisi Campionato stranissimo e molto equilibrato. Basta la quota playoff: ora è a 49 contro i 58 del 2022

Tredicesimo posto con 47 punti l’anno scorso, identica posizione con stesso punteggio quest’anno. Il Como non ha fatto progressi a livello numerico, anche se la comparazione tra le due stagioni suggerisce tante considerazioni.

L’anno scorso è stato un campionato decisamente meno equilibrato di questo. Quella appena conclusa è stata una stagione più difficile per tutti, ma proprio per questo in un certo senso più aperta a possibili sorprese. Sulla carta nessuno, o quasi, era tagliato fuori da alcun traguardo. Basti pensare che la quota playoff l’anno scorso era a 58 punti, quest’anno a 49. Dunque paradossalmente quest’anno era un traguardo decisamente più abbordabile. Con gli stessi punti il Como era lontano di undici lunghezze dall’ottavo posto, quest’anno di due. Ma viceversa l’anno scorso era dodici punti sopra i playout, quest’anno sette.

Gli estremi

Dunque un campionato, quest’ultimo, più difficile da una parte, ma dall’altra estremamente più aperto. Non sarebbe potuto accadere l’anno scorso, per esempio, che il Venezia, in piena zona retrocessione fino a otto giornate dalla fine - guarda caso prima di battere il Como - finisse poi per entrare nei playoff.

Si è detto a lungo, anche troppo a lungo, di quanto sulla stagione abbia inciso l’inizio difficile. E il merito principale di Longo è stato quello di aver trovato a un certo punto il sistema per uscire dalle zone pericolose, e non è stato poco. Non c’è stato però poi quel piccolo salto in più che ci si sarebbe potuto aspettare.

Il Como chiude la stagione con ben 17 pareggi, quasi la metà delle partite, di cui però solo alcuni - su tutti la rimonta con il Genoa – possono considerarsi risultati pienamente soddisfacenti. Di occasioni per rammaricarsi ce ne sono tante, assolutamente non collegabili alle difficoltà iniziali, ampiamente superate.

Certo, questa non era una squadra costruita per andare in serie A. Ma perché, il Sudtirol ad esempio lo era? Ed è opinabile anche il fatto giocare i playoff per non vincerli non serva a nulla. No, serve anche solo semplicemente a testarsi con una dimensione diversa, serve a far vedere che qualcosa in più si è davvero riusciti a fare.

Salvezza tranquilla, ma non troppo

La salvezza tranquilla – che poi tanto tranquilla non è stata – ha un valore, ma i playoff ne hanno un altro. E tutto sommato, meglio che anche vincendo a Cittadella il Como non ci sarebbe entrato, perché sarebbe stato davvero snervante. Specie per il tipo di partita che ha giocato il Como.

Adesso è importante sfruttare al meglio la terza opportunità consecutiva di giocare in serie B, utilizzando anche un po’ meglio di un anno fa il vantaggio di sapere con largo anticipo rispetto ad altre avversarie in che categoria si giocherà. E chiarire anche un po’ meglio quale davvero sia l’obiettivo finale, per non scivolare troppe volte in quel “basta salvarsi” che è uno stimolo ma diventa anche mentalmente un freno.

Il patrimonio più importante di questa stagione è stato senza dubbio il pubblico. Cresciuto nei numeri, ma non solo, anche nell’appoggio alla squadra. Dagli spalti arrivano meno critiche e più sostegno rispetto al solito. Bisogna ricordarselo, e fare di tutto per dare a questa gente quello che ampiamente ha dimostrato di meritarsi.

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