Difensori azzurri e gol
Da Guerrini a Borghese

Dopo il capolavoro di Solini contro la Pro Patri, diamo qualche sguardo al passato della storia del Como

Rischi di ricordarti più un gol di un difensore che dieci di un attaccante. I gol dei difensori ti restano nella mente. Specie se sono speciali. Come quello di Guerrini, campionato 84-85, ad Avellino (1-1): lui, centrale con i piedi ruvidi che più ruvidi non si può, segnò con un delizioso pallonetto che nemmeno Pelè. Così come il gol di Albiero a Como-Cremonese 1-0 del 1984-85. E chi si dimentica la famosa tripletta di Baraldi, Como-Alzano 4-1 del 1996-97? Tre gol di un difensore, e quando ricapita? Nel 2015-16 ci fu lo strano caso di Giosa, il capitano: che segnava con regolarità, otto gol in tre stagioni, la zampata (o la testata) sempre pronta, anche di quelle importanti come i famoso gol di Alessandria che rilanciò il Como verso la promozione in B del 2014-15 (quattro reti).

Il caso più recente è stato quello di Martino Borghese, due anni fa. Tornato a Como, inviso ai tifosi per una vecchia esultanza da ex con la maglia del Livorno, nella stagione della promozione in C diventò uno dei goleador della squadra: con la sua stazza, si buttava in area, travolgeva tutto e tutti segnando gol a raffica, otto reti in una stagione, con la perla di Como-Mantova, la partita più importante della stagione.

Restano altri nomi nella memoria: la zuccata di Fontolan San Siro con il Milan nel 1975-76, la puntualità con cui andavano in gol Maccoppi, Albiero, Cattaneo. E pure Annoni e Manzo colpivano spesso.

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