Ecco la B del Como
«Una specie di A2»

Parla l’ex ds del Como Andrissi: «Il campionato di B oggi, almeno per 10-12 club, è una specie di serie A2»

Con la promozione dell’Alessandria si completa il quadro delle partecipanti al campionato di serie B. il Como conosce tutte le sue avversarie che abbiamo riassunto nel grafico qui a fianco. Nel contempo abbiamo fatto due chiacchiere con Gianluca Andrissi, ex ds del Como, oggi (in attesa di trovare collocazione da direttore) commentatore di Sportitalia proprio per la serie B.

«Il campionato di B oggi, almeno per 10-12 club, è una specie di serie A2. Ci metto ovviamente le tre retrocesse dalla A, squadre come il Monza, il Frosinone, il Lecce, il Brescia, il Chievo e poi dobbiamo mettere in contro sempre un paio di sorprese, magari il Cittadella (sempre che si possa chiamare tale) e qualcun altro. Io un nome ce l’ho già: la Cremonese sta lavorando bene e credo che stia preparando il salto di qualità». In B succedono cose strane: il Monza spende 25 milioni, il Cittadella 3 alla fine i veneti fanno meglio dei brianzoli. I soldi non sono tutto nella vita: «Bisogna stare attenti a fare paragoni con il Cittadella. È un caso più unico che raro. stessa società da 20 anni, due allenatori soli in tutti questi campionati (Foscarini e Venturato), lo stesso ds e la volontà di stare fuori da certi giri che impongono commissioni alte. Ma il Cittadella non lo si inventa da una estate a un’altra. È invece vero che non è necessario spendere valangate di soldi, ma qualcosa va investito in alcune direzioni. Perché questo è un campionato molto diverso dalla serie C, e che ha caratteristiche molto precise». Tipo? «La velocità di gioco. È un campionato che spreme i giocatori, dunque è importante lavorare bene anche in estate, avere giocatori pronti e non reduci da infortuni. E poi secondo me è meglio spendere qualcosa di più in impostazione estiva e ridurre poi il margine di intervento a gennaio che non viceversa. Perché la storia dice che chi parte male, 90 su 100 ha il campionato compromesso, a gennaio è difficile ribaltare la situazione. Perché magari arrivano giocatori che non giocavano nelle squadre precedenti, si perde un po’ di tempo a fargli ritrovare la condizione, e insomma le retrocesse di quest’anno erano partite male sono arrivate male».

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