I pendolari del gol
Viaggio a Novarello

I giocatori fanno quasi 200 km al giorno per andarsi ad allenare. Li abbiamo seguiti per un giorno

I pendolari del gol. Non è un caso frequente quello di vedere i giocatori di una squadra professionistica fare quasi 200 km al giorno per andarsi ad allenare. Qualcosa del genere la fanno alcuni giocatori del Milan o dell’Inter per raggiungere Milanello o Appiano. Ma insomma, quella del Como che si allena a Novarello, ex centro sportivo del Novara, da inizio anno, è un caso particolare. E che durerà ancora sino a fine mese, complici alcune trasferte al sud infrasettimanali, che limiteranno i viaggi di qui a marzo. Poi, di nuovo tutti a Bregnano.

Una scelta, va detto, imposta dalla qualità. La ricerca sul territorio non aveva dato risultati soddisfacenti sul piano dei terreni da gioco. E dunque, precarietà sino a un certo punto: l’esigenza era far allenare i giocatori su campi perfetti. E i campi (in erba naturale), dopo averli visti, garantiamo noi: sono davvero perfetti. Così il dg Ludi era stato chiaro e convincente: «C’è chi fa il pendolare svegliandosi alle 6 di mattina per uno stipendio molto basso. Dunque niente lamentele: un sacrificio che si può fare!».

Il centro è impressionante: sette campi, di cui tre in sintetico, un albergo, due ristoranti, aree disimpegno, una fontana, un laghetto, ponticelli, oche e nutrie che gironzolano all’esterno, ma soprattutto un clima ovattato e tranquillo ideale per preparare sfide sportive. Davvero da far invidia a un Milanello o a un Appiano. Anche se poi il Novara in A ci ha giocato un anno solo. Il mega centro era stato voluto dal patron De Salvo, che ora ha ancora l’impianto ma la sua squadra ormai non esiste più, eccetto per alcune squadre giovanili. E l’altro Novara, quello che è subentrato e adesso gioca in serie D, si allena allo stadio. De Salvo, accanto all’albergo e a un palazzetto, ha fatto costruire anche la replica di una chiesa distrutta dall’Isis nel 2015, monastero che aveva circa 1600 anni e sorgeva nel villaggio di Al-Qaryatayn.

Ora il centro ospita squadre di passaggio: mentre si allena il Como, c’è anche la Nazionale italiana Under 17 femminile, c’è quella dell’Estonia e qui si preparano anche atleti di altre discipline, a partire da quelle invernali. La presenza delle azzurrine non è un caso: c’è l’idea di trasformare la struttura in centro federale.

L’idea di venire qui, ovvio, è stata del dg Ludi (che compare in un mega poster all’interno dei corridoi, mentre festeggia una promozione con il Novara) e di Gattuso che qui hanno lavorato tanti anni: «Ho fatto 17 anni avanti e indietro - dice Jack -: con Redaelli o con Brizzi, viaggiavamo in treno perché durante il tragitto riuscivamo a lavorare e le coincidenze erano ottime. Un bel centro, si sta proprio bene. Tra l’altro, aperto al pubblico, che poteva accedere anche durante gli allenamenti. Nulla di blindato». La struttura, giocoforza, fungerà da linea guida anche per il nascente centro di Mozzate, dove dovrà imperare la qualità. Ecco, forse l’unica cosa che non verrà mutuata sarà l’apertura al pubblico...

I giocatori si sono organizzati con viaggi autonomi. Non vanno più nemmeno allo stadio a fare adunata, ormai c’è la routine: il gruppi di azzurri che abita molto vicino (Bellemo, Gatto, Arrigoni, Solini, Nardi) si organizza con un paio di vetture, Parigini, Scaglia e Cerri fanno equipaggio fisso, Iovine che parte da Rovellasca arriva da solo, Facchin che arriva da Binasco viaggia con i preparatori milanesi, mister Gattuso fa coppia con il Team Manager Calandra. Inizio allenamento alle 11, dunque partenza da Como tra le 9 e le 9 e mezza. Poco più di un’ora di viaggio, tutta autostrada e tangenziale.

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