Il Como e i giocatori a chilometro zero

La storia Sono tre i ragazzi che vestono la maglia azzurra e che sono comaschi di origine: Cutrone, Iovine e Cagnano. Patrick rossonero, Alessio tifoso che andava in curva con il fratello e Andrea allenato da Borgonovo al Monnet

Sono i giocatori a chilometro zero. I tre giocatori del Como che sono nati qui, targati “Co”. Patrick Cutrone, nato a Como il 3 gennaio del 1998, Alessio Iovine, nato a Como il 1 febbraio 1991 a Como e Andrea Cagnano nato a Cantù il 17 giugno 1998. Storie simili ma diverse.

Tifoso

Il più tifoso del Como, da bambino, era sicuramente Iovine (che tifava anche Juve e Parma e aveva in camera il poster di Del Piero), l’unico ad aver giocato nelle giovanili azzurre da pulcino, e ha frequentato da tifoso lo stadio. Nato a Como, ma di Bregnano, aveva frequentato il Sant’Elia di Cantù (dove avrebbe incrociato Cutrone, che frequentava la stessa scuola, ma era più giovane). L’approccio all’azzurro Como, dopo i primi calci nella Bregnanese, quando passò (al secondo tentativo) un provino. Da lì gli allenamenti, la filosofia di quel settore giovanile assorbita («Scarpette nero, capelli corti»), le partite viste da raccatapalle, i gol segnati all’intervallo delle partite dei grandi con il boato della curva.

Poi, il fallimento del Como, il ritorno alla Bregnanese, un girovagare nelle squadre del Nord prima di tornare al Como, quattro anni fa. Con un fratello frequentatore della curva, il famoso spareggio di Novara vissuto sugli spalti e la mamma che presta servizio al Sinigaglia alla Croce Rossa.

Ma anche la storia di Patrick Cutrone è... comasca. Perché la volontà di ripartire dal Como, per rilanciare la sua carriera, è stata una scelta di cuore. Cutrone è di Parè, è nato a Como, ha mosso i primi passi nel mondo del calcio nella Parediense, la squadra del suo paese. Poi ben presto è stato visionato e prelevato dal settore giovanile del Milan, dove ha formato tutta la sua carriera.

Il legame con il calcio cittadino era soprattutto tramite il compianto papà Pasquale, noto avvocato e appassionatissimo, e il fratello Cristopher, portiere nel calcio dilettanti comasco. «Mio fratello giocava nelle giovanili del Como e a volte mi capitava di andarlo a vedere anche quando giocava nei tornei anche al Sinigaglia. Poi, quando ero più grande, sono andato a vedere delle partite allo stadio perché, anche se non ho mai avuto a che fare a livello calcistico con la magli azzurra, ci tenevo: era pur sempre la squadra della mia città e anche i miei migliori amici ci andavano spesso. Io ero tifoso del Milan e la mia cameretta era molto rossonera».

Inter

Forse il più distante da Como in qualche modo Andrea Cagnano nato a Cantù e che ha sempre vissuto a Mariano Comense, le scuole fatte tra Meda e Mariano. Cagnano è sempre stato interista, una passione trasmessa da suo padre e infatti la prima volta a vedere nel Como fu nel 2003 quando la squadra azzurra era in serie A, e al Sinigaglia era di scena l’Inter che vinse 2-0; a fine partita il giovane Andrea riuscì a farsi fare una foto con Bergomi.

Cagnano ha iniziato nello Xenia di Mariano Comense e fu allenato anche da Stefano Borgonovo (così come Iovine, che se lo trovò mister per un breve periodo al Como): dopo un anno e un paio di provini venne preso dall’Inter dove ha giocato a lungo nel settore giovanile «Il tifo per il Como - dice ora -? Beh, quando ero a Novara e il Como ha vinto il campionato di serie C, una parte di me era contenta perché comunque è la squadra della mia città».

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