Il Como ha cambiato pelle: dove arriverà?

L’analisi Sette partite senza perdere (solo 3 sconfitte in 18 gare), solido e cinico: sembra un’altra squadra. I playoff si sono avvicinati, ma i playout non si sono allontanati: dietro le squadre restano tutte vive

Sette partite senza perdere. Il Como è diventato una squadra difficilissima da battere, ed è diventato difficilissimo fargli gol. Una rivoluzione autentica rispetto all’inizio, anche se ormai è chiaro che il vero Como sia quello di oggi, perché questa serie positiva tutto è tranne che un fuoco di paglia.

Casomai, guardare al passato serve solo a recriminare su quel tempo perso, su quei punti persi da un gruppo e da singoli giocatori che stanno effettivamente dimostrando di essere, tutti, assolutamente all’altezza della situazione, qualcuno anche meglio di quello che ci si potesse attendere. Ma in fondo, sono forse serviti anche quei passaggi iniziali sul bordo del precipizio per arrivare fino a qui.

Classifica

Il Como nella classifica del girone di ritorno è settimo, è quarto nelle ultime sette giornate, da quando non ha più perso. E a questo punto, dal Frosinone primo al Brescia ultimo, dopo essere passato attraverso ogni fascia di difficoltà e ogni tipo di avversario. Il fatto che ancora si celebri, comprensibilmente, ogni vittoria come un progresso è normale, ma forse sarebbe ancora più normale prendere atto della diversa dimensione della squadra. Decisamente, a questo punto, quella più reale. Che coincide, peraltro, con le previsioni di molti addetti ai lavori all’inizio della stagione, quando ancora la squadra era in costruzione.

Che aspettarsi ora, dopo questa sosta? La domanda è meno scontata di quello che sembra. No, parlare di spettro di lotta per la salvezza fino all’ultimo davvero oggi, con dieci squadre dietro le spalle, suonerebbe un po’ eccessivo. Però carta canta: in quest’ultimo turno tre squadre come Perugia, Venezia e Cosenza hanno vinto tutte e tre in trasferta, il Cosenza fra l’altro a Frosinone. Il Como battendo il Parma si è avvicinato ai playoff, ma non ha aumentato le distanze dai playout. E’ a più sei sul Venezia, che sarà il prossimo avversario. Prima di affrontare due corazzate come Genoa e Bari che fino all’ultimo si giocheranno la promozione diretta.

Un esame tosto, dunque, attende il Como alla ripresa. Soprattutto a Venezia bisognerà stare davvero attentissimi, vincere lì chiuderebbe forse in tutti i sensi ogni tipo di discorso salvezza, perdere viceversa potrebbe creare ancora qualche fastidio. E anche per questo gli ultimi risultati positivi sono stati importantissimi, proprio per portarsi avanti con una riserva di punti che per le gare di aprile sarà fondamentale. E per avere la possibilità di giocare a mente più libera, senza l’acqua alla gola. Un atteggiamento che può essere proprio l’arma giusta per regalare sorprese positive.

Armi

Intanto, di armi il Como ne sta tirando fuori sempre di più. I gol di Cerri, tanto per cominciare. Tornato alla grande anche in veste di bomber, autore di reti bellissime e pedina determinante come non lo era stato da un po’. E da un po’ per il Como segnare su punizione era una chimera, sabato con il gol di Arrigoni è successo anche questo. Non parliamo poi dei dodici corner battuti dall’avversario senza tremare mai, perchè questo problema era già stato superato da un po’. Ma intanto, è accaduto anche questo.

Una squadra completa, che ora è nel pieno dello sviluppo delle sue qualità, tanto da non sentire nemmeno per un secondo la mancanza di un giocatore fondamentale come Bellemo, che in campo ci sia Fabregas o Arrigoni, cioè due soluzioni molto diverse. Ma se il meccanismo funziona, funzionano tutti, questa è stata la prova.

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