La storia degli inni azzurri
Tutto cominciò in dialetto

Sul giornale di oggi l’intervista a Giuseppe Fioroni che scrisse e cantò “Forza Comm”, primo inno azzurro tutto in dialetto

Domenica scorsa sono riecheggiate allo stadio le note del nuovo inno del Como. Come cambiano i tempi: dai cha cha cha che facevano tenerezza e dai temi melodici, ora Sergio Garatti ha composto un rap molto più in linea con i gusti dei tifosi attuali. Ma la storia degli inni del Como è lunga. Ufficiali e non ufficiali. C’era stato “A... come Como”, che diventò anche la sigla di una trasmissione tv condotta da Nino Balducci negli anni Ottanta, titolo indicato perché erano gli anni delle 5 stagioni di fila in A, cantata dal due Ori e Grieco; c’era “Como cha cha cha”, di Max Mancini, uscito in verità solo in audiocassetta (sì insomma preistoria, quell’aggeggio che si infilava nel mangianastri) nel 1988, e tutti pensavano fosse cantata dall’ala destra di quei tempi; poi è stata la volta di “Forza Como” del parrucchiere e artista Sergio Santagada, voluto da Preziosi a fine Anni Novanta; e ancora «Essere comasco” di Simone Tomassini del 2008, cantata allo stadio dal vivo il giorno che Borgonovo tornò sul prato del Sinigaglia in carrozzina; e già che parliamo di Borgonovo, ecco “Numero 9” di Filippo Andreani, dedicata a Borgo Gol. Sul giornale di oggi l’intervista a Giuseppe Fioroni che scrisse e cantò “Forza Comm”, primo inno azzurro tutto in dialetto.

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