LegaPro e i nuovi gironi
«Nord Sud? Siamo indecisi»

Macalli: «Se abbiamo stadi semivuoti, è per la ripetitività delle partite: un po’ di novità non farebbe male»

Con la retrocessione in Lega Pro del Novara, sono 59 le squadre che, sulla carta, prenderanno parte al prossimo campionato unico. Ne manca una e sarà la squadra che prenderà il posto – tramite ripescaggio - lasciato vacante dalla Nocerina radiata dai campionati professionistici. A quel punto, la Lega Pro unica, senza Seconda divisione e con tre gironi di Prima da 20 squadre, sarà pronta per partire.

Prima però c’è lo scoglio delle iscrizioni: il 30 c’è il termine per presentare la domanda, corredata dalla fidejussione da 600 mila euro e – novità introdotta quest’anno - del budget finanziario programmato per i primi tre mesi della prossima stagione calcistica. Chi non sarà in regola, anche con tutti gli adempimenti finanziari, economici e infrastrutturali, avrà tempo fino al 15 luglio per presentare ricorso e sistemare la propria posizione. Il 18, sentito il parere della Covisoc, il Consiglio federale ufficializzerà l’organico della Lega Pro.

In quale girone giocherà il Como e quali avversarie troverà sulla sua strada, è ancora presto per dirlo. In Lega si sta discutendo dell’opportunità, o meno, di confermare la classica suddivisione territoriale Nord-Centro-Sud.

Nonostante da tempo si rincorrano ipotesi sulla formazione dei gironi, dalla Lega arriva una frenata. È il presidente Mario Macalli a chiedere di non anticipare i tempi: «Il tema non è così scontato. Non è affatto detto che la suddivisione sia territoriale. In Lega stiamo discutendo, tutto è possibile, e chi si lancia in previsioni molto probabilmente sbaglia».

C’è sicuramente la possibilità che le società delle regioni più rappresentate, come Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Campania vengano divise. E c’è poi il desiderio di rendere più appetibile lo spettacolo. Mescolare i gironi sarebbe uno degli argomenti in discussione: «Stiamo parlando di un campionato nazionale, non regionale. Se abbiamo stadi semivuoti, lo dobbiamo anche a una certa ripetitività delle partite nel corso degli anni: un po’ di novità non farebbe male».

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