Lettera aperta di Porro ai tifosi
«Nessun giochetto col marchio»

«E sarei pronto a donarlo ai tifosi, se ci fosse la necessità. Ho commesso errori, ma non in malafede»

Il presidente Pietro Porro scrive ai tifosi. Vuole sganciarsi dalle accuse di aver fatto giochi poco chiari con il marchio del Calcio Como. «Cari tifosi, se siamo arrivati a questa situazione, che mi addolora in maniera impressionante, evidentemente qualche errore io ed i miei soci lo abbiamo fatto.

Ma da qui a passare come persona che intendeva lucrare sul Calcio Como ce ne passa e, chi ha lavorato con me ed ora lavora per il Calcio Como, non può fare altro che confermarlo. Loro sanno la totale verità.

Come sapete mi sono avvicinato al Calcio Como ispirato dalla precedente esperienza di mio papà. L’ho fatto soprattutto per affetto.

Come per affetto, e con nessuna logica economica, di fronte alla richiesta del Pm di fallimento, non sono scappato anzi, ho pagato gli stipendi, l’iscrizione, alcuni fornitori e dato la fidejussione (350.000euro) per farsi che il Calcio Como partecipasse a questo campionato versando, tutto personalmente, non meno di 1,5 mio nell’arco di due mesi.

Come ho sempre fatto da 5 anni a oggi, il mio unico interesse è quello del calcio Como, senza guardare mai i miei interessi personali, e con tutte le mie forze continuerò a farlo. Il marchio per esempio, è stato pagato, in tempi non sospetti, dalla S3c totalmente al Calcio Como. Totalmente. Poi rivenduto al Calcio Como quasi alla stessa cifra. Quindi, per me, il marchio ad oggi è del Calcio Como e li ci rimane.

Ma se cosi non fosse, è mia totale mia intenzione, per quello che io posso contare in S3C, donarlo ai tifosi, perché i dirigenti, i giocatori ed i presidenti passano, ma la tifoseria sarà sempre presente».

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