Longo felice a metà: «Due punti persi, ma uno d’oro»

Interviste Arriviamo da un periodo lungo e sofferto, ci sono voluti mesi per rialzarci e diventare competitivi come lo siamo oggi

Al “Vigorito” il Como viene fermato sullo 0 a 0 dal Benevento, costretto a giocare più di metà gara in 10 uomini. Nella conferenza stampa post-gara mister Moreno Longo si mostra leggermente rammaricato per non aver portato a casa i tre punti: «Quando giochi 11vs10 c’è rimpianto perché era un’opportunità, al netto del fatto che prima della partita sapevamo che venire qui oggi a fare risultato non sarebbe stato facile. Allora il punto ce lo teniamo stretto».

L’ex tecnico del Toro ha poi analizzato l’andamento del match, imputando la mancata vittoria soprattutto alla compattezza con cui si è difeso il Benevento nel finale: «Direi che è stata una partita molto equilibrata 11vs11. Conoscevamo l’importanza dell’incontro, inoltre la classifica può pesare anche nel modo di giocare. L’espulsione di Tello a inizio secondo tempo ha spezzato l’equilibrio, quindi siamo passati a 4 mettendo dentro giocatori molto offensivi. Dovevamo essere più bravi e più veloci a trovare le linee del passaggio, ma il Benevento non concedeva spazio. Nonostante ciò Manfredini ha compiuto un mezzo miracolo su Cerri».

Il punto di svolta del match, come sottolineato dallo stesso Longo, è stata l’espulsione di Tello, apparsa fin da subito troppo generosa. Il trainer piemontese commenta così il secondo giallo che ha lasciato il Benevento in 10: «Mi sono fatto la mia interpretazione. A velocità normale dalla panchina ero straconvinto che fosse giallo, poi è normale che riviste le immagini posso avere un altro pensiero. Purtroppo in queste situazioni non può intervenire il Var, invece secondo me dovrebbe perché anche la seconda ammonizione va a scaturire l’espulsione».

La mancata vittoria lascia il Como nella terra di nessuno, a più sei dai playout ed a cinque dalla zona playoff. Tuttavia mister Longo ha ben chiaro in mente quale sia l’obiettivo per cui deve giocare il suo Como da qui alla fine: «Arriviamo da un periodo lungo e sofferto, ci sono voluti mesi per rialzarci e diventare competitivi come lo siamo oggi. L’obiettivo deve essere la salvezza, poi se dovesse capitare di metterla al sicuro prima magari vediamo. Non si può scherzare col fuoco, l’obiettivo principale deve essere salvarsi».

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