Longo: «Noi ambiziosi ma senza presunzione»

Conferenza Le prime parole di Moreno Longo da neo allenatore del Como sono state per il suo predecessore, Giacomo Gattuso

Le prime parole di Moreno Longo da neo allenatore del Como sono per il suo predecessore, Giacomo Gattuso. Il rivale che due anni fa gli tolse la promozione diretta in B proprio nello stadio in cui lui oggi torna da nuovo padrone di casa. Uno stimolo in più per il tecnico, come spiegherà. Tutto il resto è ancora da costruire, da valutare. In un percorso che già lo appassiona e che affronta con dichiarata ambizione, ma senza proclami che non siano quello di capire giorno per giorno. Anche come dovrà giocare il suo Como.

Benvenuto mister. Ci racconti le sue prime sensazioni.

Innanzitutto una premessa. Voglio inviare i miei saluti a Gattuso, un allenatore che stimo, che ho avuto modo di conoscere, con cui mi sono confrontato sperando che il suo problema si risolva il prima possibile. E ringrazio la società per questa grande opportunità. Sono stati giorni che mi hanno acceso dentro, ho percepito ottime sensazioni, sono felice di cimentarmi in questa nuova sfida.

Che cosa conosce già di questo Como? Che giudizio ne può dare per quello che ha visto?

L’ho seguito, tanti giocatori li ho già conosciuti in questi anni come avversari. Ma le cose poi vanno valutate dall’interno, lavorandoci, per poter confermare le impressioni che si hanno dall’esterno. Perciò non voglio ora focalizzarmi su alcun aspetto in particolare, ma sulla conoscenza più approfondita della situazione. Per poi intervenire subito nel dare alla squadra una identità precisa.

Che cosa le è stato chiesto dalla società? Quali obiettivi?

La società è stata molto chiara sul fatto di essere ambiziosa. E lo sono anch’io, non mi pongo limiti. Ma adesso il Como è penultimo, bisogna essere concreti e lavorare. Il primo obiettivo è iniziare a creare subito un legame forte con la tifoseria e la piazza. La B è una categoria che non perdona, muoviamoci passo dopo passo cercando di non essere superficiali in alcun aspetto.

Lei porterà con sé nuove figure tecniche, e nel contempo resteranno anche gli altri collaboratori. Uno staff sostanzioso.

E ringrazio la società anche per questo, chi già era qui mi sta dando ottime indicazioni e grande disponibilità.

Ci sono anche giocatori particolarmente importanti e carismatici.

Un bene per tutti. Ho già avuto la fortuna di allenare grandi giocatori nel Torino. E’ molto stimolante, soprattutto se si è bravi a recepire quello che possono trasmettere. Possono essere di esempio per tutti.

Veniamo al dunque, pensando anche appunto a un giocatore come Fabregas. E’ già possibile capire come potrà schierare il suo Como?

So che questo è sempre il tema principale, la formazione, e il modulo. Non ne voglio parlare ancora. Posso dire che non mi piacciono gli integralismi tattici. In generale sono in pochi gli allenatori che si trovano una squadra cucita perfettamente sulle proprie idee, anche se certamente si cerca di non discostarsi troppo dai propri princìpi. Sono valutazioni da fare lavorando.

© RIPRODUZIONE RISERVATA