Ludi, solo il presente
«Ci manca energia»

«Sul futuro decideremo dopo la fine del campionato. Concentriamoci sulle ultime due partite»

È passato giusto giusto un anno da quando, il 25 aprile 2021, il Como festeggiò il suo ritorno in serie B. Ma è stato un anno lunghissimo, talmente le prospettive sono cambiate, talmente tante cose sono avvenute.

Oggi è un altro Como, che fa legittimamente arrabbiare i suoi tifosi per quattro sconfitte consecutive nonostante una salvezza - all’inizio non così scontata per una neopromossa guidata da un tecnico che per la prima volta si misurava con questa categoria - brillantemente conquistata. Ed è da qui che parte l’analisi del dg del Como, Carlalberto Ludi.

Ludi, come è cambiato tutto in un anno...

Sì, sembra davvero che sia passato molto più tempo. Anche se quelle emozioni sono ancora vivissime, è stato un anno intenso, di grande lavoro, di tante emozioni. E la cosa bella, e importante, è che il progetto sta continuando nella direzione giusta. Anche se quello che è successo in queste ultime partite non ci piace per niente.

Il Como rischia di chiudere la stagione in una posizione che non rispecchia quello che invece è stato questo campionato.

Infatti, e non è vero che la classifica a questo punto non conta più. È sempre un dato da guardare. Sia la squadra che i tifosi non meritano questi risultati.

Non si è forse sbagliato, a un certo punto, a rinunciare anche solo formalmente al traguardo dei playoff? Difficilissimi da raggiungere, ma sarebbero stati comunque uno stimolo.

Ma noi non abbiamo mai detto di volervi rinunciare, una volta raggiunto il nostro primo obiettivo. Il punto di svolta è stata la sconfitta di Parma, in una partita che tra l’altro a un certo punto pensavamo di avere definitivamente in mano. E che purtroppo è arrivata solo tre giorni dopo la “sbornia” con il Monza, che ci ha dato la certezza della salvezza e una grande euforia. Se avessimo fatto risultato a Parma, poi tutto il resto avrebbe avuto un senso diverso. Invece quel giorno siamo un po’ usciti dall’atteggiamento mentale giusto.

La squadra ha mollato, inconsciamente o meno?

Non è un discorso di impegno, ma di energia. È mancata quella caratteristica che avevamo avuto lungo tutta la stagione, che è nel Dna di questa squadra. Cioè la capacità di esaltarci nella sofferenza, nelle situazioni difficili, quella tenacia che tante volte ci ha aiutato a reagire. Quella è venuta un po’ meno.

Giustificabile?

Assolutamente no. C’è una maglia da onorare, e ci deve essere voglia di rivalsa fino alla fine. Anche perché gli stessi ragazzi meritano di più per la stagione che hanno fatto, e soprattutto lo merita la piazza, i tifosi, che ci continuano a sostenere in modo straordinario. Per questo bisogna assolutamente fare in modo che le cose cambino in questi ultimi due impegni.

Lei qualche settimana fa, a salvezza raggiunta, disse che queste ultime partite sarebbero servite per valutare la situazione in prospettiva futura. Non stanno evidentemente servendo granché, o in qualche modo queste sconfitte peseranno?

Nel giudizio complessivo è evidente che tutto entri, e non possiamo certamente considerare questa una stagione negativa, anzi. In questo momento stiamo valutando la capacità di ribaltare questa inerzia, non vogliamo che questi ultimi impegni siano banali, niente deve esserlo. Ma la squadra ha dato ampie dimostrazioni di avere valori e qualità.

Quanto di questo servirà per il futuro?

È presto per cominciare a parlarne, prima vogliamo e dobbiamo assolutamente focalizzarci su questo finale. Poi guarderemo al prossimo step.

Con o senza Gattuso?È presto anche per dire questo?

Sì, perché è un argomento da affrontare con calma, prima di tutto insieme a lui. Dovremo parlare insieme di quello che sarà il prossimo step. E sapete che tra me e Jack c’è un grande rapporto di amicizia e collaborazione. Quindi la valutazione sarà il più possibile serena, come era stata un anno fa la decisione di confermarlo in un ruolo che per lui era nuovo. Ma, e questo lo sa anche lui, un allenatore giusto in un determinato momento potrebbe non esserlo più in un altro, questo è normale.

Non suona benissimo, detto così. E viene difficile pensare che Gattuso possa tirarsi indietro, a questo punto.

È un tema che affronteremo, in massima serenità. Di certo c’è piaciuta la capacità di fare gruppo, di sviluppare nei giocatori il senso di appartenenza, la tenacia nel superare diverse difficoltà, dagli infortuni ai problemi legati ai campi di allenamento. Da parte di Jack e di tutti i giocatori. E poi, tante prestazioni, direi praticamente tutte togliendo quest’ultimo periodo, sempre all’altezza.

A proposito di analisi, è presto anche per parlare della conferma di qualche prestito?

Si anche perché sono situazioni legate anche ad altre squadre, che in questo momento sono impegnate e concentrate su altro. Ci sono giocatori che vorremmo tenere, uno su tutti Cerri. Che ha manifestato voglia di restare e che ci ha dato tanto da tutti i punti di vista. Ma ribadisco, adesso ci interessa solo il presente. Non vogliamo altre due gare così, dobbiamo tornare immediatamente quelli che sappiamo essere. Per noi e per il nostro pubblico, che non si merita un brutto finale.

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