L’ultimo (Gomis) chiuda la porta. La difesa del Como è ok

L’analisi Solo quattro difese inviolate nelle ultime tre partite: quelle di Frosinone, Genoa e Bari, le prime tre in classifica, e quella del Como

Solo quattro difese inviolate nelle ultime tre partite: quelle di Frosinone, Genoa e Bari, le prime tre in classifica, e quella del Como. Che è anche la sesta miglior difesa dall’inizio del girone di ritorno, cioè ben dieci giornate. Dopo quella delle prime tre in classifica, del Sudtirol e del Cagliari, cioè in questo momento le squadre migliori del campionato.

Una trasformazione che ha per certi versi dell’incredibile, o quantomeno del decisamente imprevedibile per come era invece partita la stagione. Quando per buona parte del cammino quella del Como era la difesa peggiore, e alla fine del girone di andata risultava la quartultima in quanto a gol subìti.

Del resto c’erano volute ben otto giornate per uscire dal campo senza prendere gol, accadde a Como-Perugia, prima vittoria in casa. Seguita però dalla scoppola di Modena, dove è poi partito il cambiamento. Tecnico prima, nel sistema di marcature, tattico poi con il passaggio alla difesa a tre. Che è diventato poi il sistema di riferimento nel modulo di Moreno Longo. E proprio in concomitanza con il passaggio a tre arrivarono anche le prime due partite in cui consecutivamente il Como non prese gol, le due vittorie consecutive alla penultima e ultima giornata del girone di andata, con Ternana e Cittadella.

Ma in questo percorso di miglioramento ci sono certamente da citare anche dei nomi e cognomi. Perché la crescita individuale dei difensori del Como è stata ed è un fattore fondamentale. Supportato, certo, da una migliore solidità nel lavoro difensivo da parte di tutta la squadra. Ma le prestazioni singole di alcuni giocatori meritano una sottolineatura, anche perchè a un certo punto Longo, in seguito all’infortunio di Solini, non ha avuto molte possibilità di scelta. Si è affidato a chi c’era. E chi c’era ha risposto alla grande.

Filippo Scaglia sta sciorinando una serie di prestazioni impeccabili, dopo una prima stagione nel Como non così pienamente convincente. E poi, la grande e visibile crescita di Cas Odenthal e Luis Binks. Entrambi potenziali incognite, vista anche la giovane età: Odenthal ha ventidue anni e per la prima volta si è mosso dal suo paese, l’Olanda, senza alcuna esperienza nel calcio italiano. Binks di anni ne ha ventuno, in Italia è arrivato da poco più di un anno, ha già esordito in serie A l’anno scorso con il Bologna, ma è alla sua prima stagione da titolare, e il suo avvio nel Como non è stato dei migliori. È cresciuto a vista d’occhio, anche in termini di personalità. Entrambi, ora, hanno sicurezza da veterani oltre che qualità.

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