Papà Ganz si gode il figlio
«Quel gol sembrava mio»

Figlio di papà. Ma in senso buono. Simone Andrea Ganz, come sanno anche i sassi, è figlio di Maurizio, ex bomber di Inter, Milan e Fiorentina, 200 gol in serie A

Oggi allenatore dell’Ascona, in Svizzera, Maurizio appena può è a seguire dal vivo Simone Andrea. C’era anche contro il Pordenone, ad applaudire la doppietta del suo ragazzo. «A Como ha trovato la tranquillità. Merito della società, di Porro e Dolci, del mister, del gruppo. Già: mi dice sempre che questo è un gruppo bellissimo, dove si lavora bene». Lo scorso anno zero gol in una stagione tra Lumezzane e Barletta. Possibile? «Quella del prestito non è una soluzione valida per un ragazzo. È finito in panchina, poche occasioni. Ma il vero Simone Andrea è questo. Se una società crede in te e investe su di te, cambia tutto». Anche se la concorrenza è tosta. «Ma la concorrenza fa bene! A tutti. A lui, ma anche a De Sousa, a Defendi, a Le Noci. Infatti segnano tutti. Il suo gol più bello? Secondo me quello del 2-1 contro il Pordenone, ma quello in cui mi sono un po’ rivisto davvero, è stato il colpo di testa sotto misura sul primo palo, segnato contro il Renate. Quello sembravo io...».

Che affinità ci sono tra voi due? «Il dna è quello: stesso ruolo, stesse movenze. La differenza vera, è che lui è un calciatore moderno che fa le due fasi di “possesso” e “non possesso” con uguale applicazione. Io potevo distrarmi e tirare il fiato in fase di “non possesso” e concentrarmi per quando avrei avuto l’occasione buona. Oggi sarebbe dura».

L’intervista completa a Maurizio Ganz su La Provincia di martedì 4 novembre

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