Presente e futuro del Como
tra Parigini-ok e il mercato

Anche la partita di sabato ha confermato che la squadra gira quando il fantasista trova la via. I cambi di modulo di Gattuso e la sensazione che la coperta sia corta: ecco perché la società si muoverà

Lettera aperta a Vittorio Parigini: «Egregio Vittorio, lei ha mai sentito parlare di Franco Causio o di Claudio Sala? Beh, sabato Lei ce li ha ricordati, quei due satanassi di Juve e Toro che andavano sul fondo saltando sempre l’uomo, a fornire cross a ripetizione, come degli sparapalloni. Se poi riuscisse a farlo per 90’ invece che 45’ meglio per tutti. Complimenti, auguri ecc. ecc.».

Devastante

Anche nella partita di sabato con la Reggina è successo quello che abbiamo ripetuto spesso: il Como è una squadra che dipende dall’ispirazione dei suoi esterni, perché così è stata costruita. Perso Chajia, era ovvio che il primo snodo sarebbe stato quello di Vittorio Parigini.

Uno che aveva mal sopportato le panchine a inizio campionato, uno sul quale si stava facendo un pensierino per farlo giocare assieme al belga, uno soprattutto che ogni tanto entra in campo con la voglia di spaccare il mondo con il risultato ingarbugliarsi un po’. Ma se fa pace con se stesso e gioca in serenità, può essere devastante. Nel primo tempo aveva un po’ subìto il cambio iniziale di modulo, dopo 20’, dal 4-4-2 al 4-2-3-1 in cui partiva centrale ma poi andava a destra. Nella ripresa invece, con i 4-3-1-2, aveva dato il meglio di sè. In fase di non possesso partiva centrale dietro Cerri-Gliozzi, ma poi in fase di possesso andava a sinistra, e lì ha fatto il diavolo a quattro. Uno spettacolo: l’uomo lasciato sul posto più volte, cross su cross, finte e contro finte. Parigini a corrente alternata: bisogna solo cercare di metterlo in modalità “on” il più possibile. Poi, certo, è affiorato l’altro problema, se di problema si può parlare: con uno che fornisce cross a ripetizione come lui, sarebbe meglio che la torre Cerri fosse fresca e lucida sotto porta, invece spesso ci arriva sfiancato da un grande lavoro sulla trequarti, che tutti apprezzano e al quale si dedica lui molto volentieri, con i risultato però di togliergli energie in zona gol. Gattuso ci penserà e cercherà soluzioni.

Anche il tecnico sa che le ultime prestazioni sono state poco brillanti, se si eccettua il secondo tempo di ieri. E lo sa anche la società. La coperta è un po’ corta in alcuni settori, e la fatica si sta facendo sentire. In mezzo ad esempio, dove H’Maidat è passato quarta scelta e l’impressione è che abbia mollato un po’ a livello di motivazione e di applicazione (la sua indole, tanto che non è stato nemmeno convocato), Bellemo e Arrigoni tirano la carretta da ottobre. Sono stanchi, benché sempre tra i migliori.

Mosse

E un po’ corta rischia anche di essere la coperta degli esterni, perché è vero che in rosa ce ne sono parecchi, ma è anche vero che va capita la condizione di Gatto nè Peli (sabato in ballottaggio per un posto da titolare). Dunque, per la questione che dicevamo prima, e cioè per l’importanza degli esterni offensivi nella costruzione di questa squadra, se Gatto e Peli non riusciranno i fretta ad essere una alternativa o un partner di Parigini, non è escluso che a mercato di gennaio si andrà a cercare forze fresche lì. E poi sicuramente si andrà a operare nel settore dei centrocampisti centrali per dare una alternativa in mezzo, magari un uomo di esperienza nella categoria visto che dal rookie Kabashi non ci si può aspettare che prenda in mano il reparto quando serve. Difesa? Bisogna capire se i mali di Varnier sono cronici o se tornerà in campo. Ora finiamo bene l’andata e l’anno solare, prima a Cremona e poi con il Crotone. Poi ci sarà tempo per fare le valutazioni necessarie sul mercato.

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