Primo no alla fidejussione
Ma oggi pronto il piano B

A sentire la società, si tratta di un intoppo di tipo tecnico e basta. Si era tentata la strada della fidejussione assicurativa. Bocciata, si passa a quella bancaria

Il futuro del Como passa attraverso tre storie diverse che si consumano curiosamente nello stesso giorno, in tre luoghi diversi. È lo strano benvenuto della stagione 2018/19.

E cioè: 1. a Milano, dove l’intero gruppo societario si è dato da fare per depositare le garanzie mirate al ripescaggio; 2. ad Arona, dove un primo gruppo di giocatori ha raggiunto il ritiro; 3. e, seppure in modo minore, a Roma dove Ninni Corda è andato a discutere il suo appello nella speranza di una riduzione della nota squalifica di 18 mesi.

Le prime notizie non sono purtroppo buone. Le garanzie fidejussorie di tipo assicurativo cui aveva pensato la società sono state bocciate. Ieri l’operazione non è andata in porto. E oggi gli stessi soci (Nicastro, Felleca, Bisazza, Verga e Garau) passati, presenti e futuri del Como, si ritroveranno di nuovo per dedicarsi al piano B: la fidejussione bancaria, che richiede una esposizione economica più diretta degli interessati. A sentire la società, si tratta di un intoppo di tipo tecnico e basta. Si era tentata la strada della fidejussione assicurativa. In caso di bocciatura, tutto previsto: si passa a quella bancaria. In realtà la cosa ha provocato qualche malumore perché da giorni si discuteva sul fatto che le fidejussioni assicurative sono sempre più mal viste in campo calcistico, e pure il passato del Como potrebbe aver pesato su queste difficoltà. Insomma, era prevedibile questa bocciatura. Allora perché non scegliere direttamente la seconda?

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