«Quel gol al 93’ un pugno nello stomaco. Ma pronti a reagire»

Intervista «Non mi aspetto una partita facile. Non pensiamo che, superati gli ostacoli Genoa e Bari, adesso sia tutto semplice»

La verità viene fuori subito. Alle prime parole della conferenza stampa di Longo. La squadra ci è rimasta male, il pareggio subìto dal Bari al 93’ ha lasciato il segno sulla squadra. Lo ammette l’allenatore, appena gli si chiede come si stia preparando il gruppo verso la partita si sabato con l’Ascoli.

Come affrontate questa partita?

La squadra all’inizio della settimana, inutile nasconderlo, era un po’ abbacchiata. Si è portata dietro un po’ di rammarico. Subire un gol così, alla fine della partita, lascia il segno. Ma ci siamo ripresi. Abbiamo reagito e abbiamo voglia di tornare in campo.

Contro l’Ascoli.

Non mi aspetto una partita facile. Non pensiamo che, superati gli ostacoli Genoa e Bari, adesso sia tutto semplice. L’Ascoli con Breda ha trovato una sua identità, è una squadra che sta bene in campo e sarà una partita molto complicata e molto difficile. E il fatto che l’Ascoli lotti ancora per la salvezza rende la cosa più dura...

Come valuta il primo tempo della partita di Bari?

Una delle nostre migliori partite, sicuramente, tra quelle che abbiamo fatto.

Meglio del secondo tempo con il Genoa?

Da un certo punto di vista sì. Con il Genoa avevamo il sacro fuoco della rimonta. Quando sei sotto e devi rimontare, hai una spinta che esula dal cotesto. Invece a Bari siamo partiti subito molto bene, siamo stati propositivi, bravi nell’occupazione degli spazi. Purtroppo però il Bari ha fatto nel secondo tempo quello che avevamo fatto noi con il Genoa... (sorride amaro, ndr).

Due punti preziosi, però. O no?

Direi due punti “molto” preziosi. Ogni singolo punto di questo campionato è stato prezioso. Anche quei punti di fronte ai quali qualcuno ha storto il naso, ritenendoli due punti persi. Anche quei punticini oggi servono ad essere in una posizione più tranquilla. Guardate il Pisa: ha fatto una rimonta eccezionale, ma adesso ha un po’ frenato.Oggi è un po’ in affanno ma non può vincere sempre. Quando rincorri giochi in condizioni mentali diverse.

Spesso si chiede, a lei e alla squadra, se guardate ai playoff o ai playout. Ma c’è differenza per voi? Nelle discussioni da bar è logico, ma per voi sul campo?

Innanzitutto voglio dire che Como-Ascoli è un scontro diretto. Che questo è un campionato molto difficile, e che finché non siamo salvi è inutile che facciamo certi discorsi. Vincere le due partite in casa? Io guardo una partita alla volta. Possiamo stare qui a fantasticare e a chiederci in quel caso dove potremmo andare. Ma che senso ha? Con i se e i ma non si va da nessuna parte. Siamo 4 punti sopra i playout, cerchiamo di non scherzare con il fuoco. A noi un po’ cambia, perché lottare guardando dietro lo fai sempre con quell’esigenza di essere concreti. Per lottare per i playoff dovevi vincere a Bari. E magari quando guardi in alto e non hai la fame giusta per salvarti, alla fine hai un approccio diverso.

Allora guardiamo dietro?

Vorrei rispondervi con i numeri. Nelle ultime dieci patite il Como ha fatto 17 punti, vuol dire 1.7 di media. Sino al 93’ a Bari erano 19, la media di 1.9, cioè media da squadra di vertice. Poi ci sono anche gli avversari.

Come stanno gli infortunati?

Pierozzi e Da Riva sono out. Baselli, Cagnano e Fabregas potrebbero essere anche convocati. Kerrigan? Era a posto ma si è storto un piede.

All’andata lei giocò con tre punte. Rivedremo il tridente?

All’andata giocavamo a quattro dietro. Vedremo le scelte.

Lei ha festeggiato 200 panchine. Ne ha una preferita?

Intanto dico che non considero solo le 200 da professionista ma tutto il percorso anche delle giovanili. Ho fatto la gavetta e ho allenato dai bambini in su. Non ne dico una, per non rinnegare tutto il percorso. Poi, va beh... se sono arrivato a 200, almeno vuol dire che ho fatto un percorso lungo.

Sulle scelte: Canestrelli o Scaglia? Gabrielloni o Cerri?

Non ho ancora deciso, c’è ancora un giorno di lavoro. Canestrelli è stato bravo a farmi venire il dubbio, e già questo significa che ha lavorato bene. Davanti? Vedremo. Ho la fortuna di avere quattro attaccanti che stanno bene. Certo Gabrielloni in questo momento è decisivo: lo è stato con il Genoa e lo è stato con il Bari.

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