Un rebus per Longo: Chajia fuori squadra lusso troppo grande

Serie B Quando si alza dalla panchina, c’è un boato. Deve giocare, per la pericolosità, ma anche per lo show. Non sarà facile trovargli posto: ecco perché

Non c’è il tempo di gioire per la vittoria, che per Longo si accumulano i nuovi rebus. Uno, scontato, quello di dare continuità ai risultati nella trasferta di Modena. L’altro, più difficile, trovare il modo di far giocare Chajia titolare.

Scelte

Il Como non può fare a meno del marocchino. Non si può avere un giocatore così forte e lasciarlo in panchina. Un giocatore, tra l’altro, per il cui mancato utilizzo lo scorso anno a tratti Gattuso si era preso del difensivista. Adesso che Chajia è pronto, bisogna occuparsi della pratica. Anche perché non risulta che la Juve abbia mai rinunciato a Platini o Baggio, o il Napoli a Maradona, per equilibri tattici. Non scherziamo. Può darsi che Chajia non sia ancora al 100% e che il campo bagnato di Perugia non fosse il massimo per un reduce da un infortunio. Può darsi che il ragazzo abbia bisogno ancora di qualche settimana per avere i 90’ nelle gambe, ma il problema, se non sarà a Modena, si ripresenterà molto presto. E oltre al suo valore, alla sua capacità di saltare l’uomo, di creare superiorità numerica (fatto rarissimo nel calcio di oggi), doti che è riuscito a mostrare anche nei pochi minuti avuti a disposizione nelle due ultime partite, c’è anche un ragionamento legato ad altri aspetti: allo spettacolo e al coraggio. Il primo è un tema legato al pubblico, ma forse anche alla filosofia di questa società. Quando Chajia si alza dalla panchina, si sente un fremito di eccitazione sugli spalti, un sentimento di generale aspettativa che crea un clima positivo. Il coraggio, invece, è un vecchio tema caro a Wise, il quale pensa che, se si può farlo, perché rinunciare?

Inserire Chajia non sarà d’altro canto semplice. In uno schieramento (peraltro suggerito da Wise) che sacrifica gli esterni, servirebbe un passo coraggioso: potrebbe giocare dietro le punte, e a quel punto bisognerebbe rinunciare a Fabregas (chi ci crede?) oppure spostare Cesc da play, ma rinunciando a un Baselli in netta crescita. Anche le altre due opzioni sono difficili da percorrere: interno al posto di Blanco, ma con meno predisposizione a sacrificarsi rispetto allo spagnolo (che ha vita breve lì, quando saranno ok Bellemo e Faragò); seconda punta, ma solo a partita in corso perché dopo aver investito tanto per avere tre attaccanti stellari, sarà dura vederne due in panchina dall’inizio. Resta il cambio di modulo, ma forse non è il momento, visto che Longo sta lavorando su 4-3-1-2 (anzi 4-1-3-2) e adesso sta cominciando a vedere i primi frutti.

Delitto

Resta il fatto che tenere in panchina uno come lui, è un delitto. Dunque, caro Longo: si faccia venire qualche idea, faccia qualche magìa o archibugio tattico, ma ci faccia vedere Moutir in campo. Gli dei del calcio lo reclamano.

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