Un teleGatto da Oscar
«Conto aperto con la B»

È l’uomo del momento. E il momento dura da un bel po’. Massimiliano Gatto, capocannoniere del Como con 9 gol, è il primo uomo che gli avversari temono

È l’uomo del momento. E il momento dura da un bel po’. Massimiliano Gatto, capocannoniere del Como con 9 gol, è il primo uomo che gli avversari temono quando affrontano gli azzurri. Una micidiale seconda punta, si sarebbe detto in tempi di calcio semplice; il sottopunta centrale nel 4-2-3-1, per dirla secondo il vocabolario di oggi. Il risultato non cambia. Gatto incanta con i suoi piedi buoni, ed è diventato l’icona del Como, con la sua esultanza stile statuetta da Oscar (copiata da Galabinov): aspettiamoci imitazioni su tik tok. Gatto, che ha un conto aperto con la B e che se la giocherà in una sfida con il fratello Leonardo, alla Pro Vercelli, ha molte cose da dire. In campo e fuori.

Massimiliano, è un momento d’oro.

Sì, per me ma soprattutto per la squadra. Che è la cosa più importante.

Quest’anno hai sempre fatto gol, ma nel nuovo schema sei più devastante.

Sì, adesso gioco più centrale. Io mi trovo bene sia da esterno che nella nuova posizione. Più spesso ho fatto l’esterno, ma è normale che ora, da quella posizione posso attaccare più la porta.

Eppure la sensazione è che ci sia un lavoro dietro. Non si spiegherebbe il fatto che hai segnato gol praticamente in fotocopia.

La squadra lavora per creare degli spazi. Fino ad ora è andata bene, speriamo di andare avanti così.

L’unica squadra che ha disinnescato il meccanismo è stato il Lecco.

Ma no, è stato l’andamento della partita che ha partorito la nostre difficoltà. Abbiamo cercato il pareggio con troppa voglia.

Gol in fotocopia: quale il più bello? E il più importante?

Il più bello quello con la Juventus all’andata, perché dopo uno stop in corsa che non era facile; il più importante la doppietta, sempre all’andata, con il Renate, perché abbiamo preso tre punti a quella che sarebbe stata la nostra prima avversaria diretta. E poi anche per un altro motivo.

Il rientro dall’infortunio?

L’anno scorso è stato terribile. Quando, dopo due, cinque, dieci controlli non si riesce a scoprire cos’hai, cominci a preoccuparti. In ritiro ho rivisto la luce, mi sono sentito di nuovo calciatore. Ma la doppietta al Renate mi ha fatto capire che ero tornato.

Brava la società ad aspettarti.

Puoi dirlo forte, spesso certe storie finiscono con le separazione. Invece la società ha avuto pazienza e la ringrazio. Io ho tanta rabbia dentro.

Se ti diciamo serie B?

Adesso ci crediamo. Ci siamo arrampicati lassù, e non vogliamo più scendere. I risultati aiutano ad avere sempre più fiducia. Siamo pronti alla battaglia.

Tu in B ci hai già giocato.

Ma non ero pronto. Ero giovane, se sono tornato indietro di categoria significa che mi mancava qualcosa. Sono tornato in C per riconquistarla.

Puoi farlo con il Como.

Avete visto Como-Giana? Ecco fatevi un’idea di quello che sarà il campionato di qui alla fine. Anche con le squadre di bassa classifica ci sarà da lottare come con quelle in testa

.

Veniamo al tuo famoso modo di esultare.

L’ho già raccontato. All’inizio dell’anno ho scelto Galabinov come mio attaccante del fantacalcio. Mi prendevano in giro. Quando l’ho visto esultare così a Udine avevo promesso che avrei fatto altrettanto in caso di mio gol. E così è successo.

Ma non vi siete mai sentiti?

No, non so nemmeno perché lui esulti così. Pensavo che, siccome aveva segnato in fuga, era un modo per dire ai compagni che li aspettava lì.

Tuo fratello Leonardo, più grande, gioca nella Pro Vercelli. Vi sentite?

Devo essere onesto? Da quando è lì, molto meno. Il “nemico” è il “nemico”. Tra noi c’è grande affetto, ma ora ci sentiamo meno. So che sono molto convinti di farcela.

Avete anche giocato insieme.

Sì, a Vercelli. Lui è più a tutto campo di me, io più offensivo. Dunque abbiamo anche giocato nello stesso undici.

Un fratello giocatore, e uno coltivatore: di mandarini.

Coltiva di tutto. Ma soprattutto, grande juventino, come papà. E io per Natale me la sono cavata regalando la maglia che avevo scambiato con un avversario della Juve Under 23.

Come va con la pesca?

Ci vado quando sono a casa. Mi rilassa. Mi alzo alle 5 del mattino,e via in barca. E poi, quello che peschiamo, ce lo mangiamo con gli amici. Ma non sono molto tecnico: non chiedermi di montare una canna da pesca...

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