Zambrotta: «Il mio amico Cannavaro». Che sabato sfida il Como

Il racconto del comasco: «Con Fabio una lunga storia nella Juve e nella Nazionale»

Gianluca Zambrotta è molto amico di Fabio Cannavaro che sabato guiderà il Benevento contro il Como in una sfida grandi firme, visto che dall’altra parte c’è Fabregas. Il campione del mondo comasco è stato compagno di squadra di Fabio nella Juventus e nella Nazionale, e con lui ha alzato la Coppa del Mondo nel 2006 a Berlino. Un rapporto affettuoso, che meritava di essere ricordato proprio adesso che Cannavaro si affaccerà al Sinigaglia.

Gianluca, se le diciamo Cannavaro lei cosa risponde?

Che è un amico. Uno dei giocatori con cui ho avuto più confidenza nella mia carriera. Ci siamo trovati proprio bene.

Nella Juventus e nella Nazionale.

Beh, quando vivi un’esperienza come quella della Coppa del Mondo vinta, certi rapporti si radicano in maniera speciale. Con lui poi...

Che ricordi ha di lui in campo?

Eravamo compagni di reparto, dunque vicini di banco. Io nella Juve ero partito a sinistra e poi ero passato a destra, dunque più vicino a lui. Mi ricordo le sue battute: “Zambro, tu vai e non ti preoccupare che tanto qui ci sono io a coprirti. Vai tranquillo, vai, vai, vai”... Era uno che in campo sdrammatizzava.

Cosa si ricorda della gioia mondiale. Immaginiamo che la esplosività tutta partenopea di Cannavaro, sia stata diversa dalla sua pacatezza...

Ma guardate che anche lui è uno pacato. Piuttosto di quella esperienza mi ha colpito giocare con un grande campione che ha vinto anche il pallone d’oro.

Un Mondiale vinto dopo calciopoli.

Mi ricordo che qualcuno non voleva Fabio capitano della Nazionale, ma poi lui fu nominato uno dei migliori giocatori del Mondiale.

Altri aneddoti?

Uno triste. Quando capitò il dramma di Pessotto (il loro ex compagno che si gettò da una finestra proprio durante il Mondiale, e che fortunatamente si salvò, ndr), lui stava facendo una conferenza stampa, che abbandonò immediatamente. Fu lui a convincere la Federazione a concedere, a noi juventini, un viaggio lampo andata a e ritorno a Torino per andarlo a trovare. Fabio è un ragazzo molto sensibile.

Adesso se lo ritrova allenatore in Italia. E c’è chi dice che il calcio cinese sia ben diverso da quello italiano...

Lui in Cina, dopo aver portato una squadra dalla B alle prime posizioni in A, ha allenato la miglior squadra vincendo tanti scudetti. Aveva un gruppo forte, un progetto vincente. Diverso è arrivare ad allenare in corsa una squadra in crisi. Non si può giudicarlo dopo tre partite.

Anche lei ha avuto una esperienza come vice di Capello in Cina. Vi eravate incrociati?

Sì, da avversari, ma ricordo una cena divertente dopo la partita in albergo.

Vi siete sentiti?

Non ancora, ma credo che andò a trovarlo magari in ritiro venerdì sera.

Che tipo di allenatore è?

L’unica cosa che mi sento di dire è che è un allenatore molto meticoloso, molto attento ai particolari, come del resto era da giocatore.

È vero che vi ha unito anche il fatto che lei ha una moglie napoletana?

Mah, un po’ sì. Ci siamo trovati qualche volta a Napoli proprio per questo motivo.

Intanto il Como è in crisi.

Ho visto poche cose, in tv. Spero che si risollevi presto. Credo che abbia tutto per farlo. Purtroppo gli impegni lavorativi mi impediscono di seguirlo.

Su Fabregas a Como cosa dice?

Immagino che abbia bisogno di un po’ di tempo per adattarsi a un campionato diverso da quelli cui era abituato. La sua classe non si discute. Calma.

Nel Barcellona non avete giocato insieme.

No, ci siamo incrociati nelle Coppe e in Nazionale.

Lui dice che fu lei a parlagli di Como la prima volta.

Sarà capitato magari prima di una partita. Sicuramente gli parlai della città, non certo della squadra. Non c’era allora un progetto come questo. Credo sia bello che abbia sposato questo progetto, evidentemente lo ha convinto quello che questa società vuole fare.

Cosa fa oggi Zambrotta?

Sono diviso tra diverse attività. La più nuova è il ruolo di ambasciatore del Museo della Fifa. Dovrò essere anche al Mondiale in Qatar perché ci sarà un museo itinerante.

Poi c’è il centro sportivo Eracle.

Sì, siamo centro tecnico Milan per quanto riguarda il calcio (attività di base) e poi centro di formazione per il padel, grazie anche una super istruttrice come l’ex campionessa del mondo Roberta Zandarin. C’è il progetto Azzurrini dedicato ai bambini autistici e poi quello legato al food con con l’apertura del format Bellagioia, una catena di ristorazione legata alla grande distribuzione.

E il ruolo di opinionista in tv?

Per ora si è fermato. Ma se arriva un’offerta, perché no?

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