Como in ritiro
e in mascherina

Cinquanta tifosi alla partenza per Arona.

Che non è un raduno come tutti gli altri, te ne accorgi subito. Il primo raduno del Como (e speriamo l’ultimo) dell’era Covid: prova della febbre per giornalisti e addetti, distanziamenti alle interviste, l’erogatore di disinfettante all’ingresso del pullman, con tutti i giocatori che diligentemente si lavano le mani prima di accomodarsi.

E poi, certo, le mascherine. Quelle che tutti i giocatori indossano prima di andare ad affacciarsi in gruppo al cancellone della tribuna, per salutare i tifosi, una cinquantina (anche questo per via del Covid), che là fuori srotolano due striscioni (“Forza ragazzi” e “Avanti Como”), accendono due fumogeni e cantano. La squadra si schiera sulla linea di ingresso e risponde con un applauso. Per la fiducia. Poi sale in pullman e parte. Per Arona (quarto anno): tre settimane di lavoro, da oggi.

Le mascherine, quelle griffate della società, che rendono persino più affascinanti i giocatori, che sembrano guerrieri, si prestano a un facile gioco di parole: Como in mascherina, ma anche in maschera. Perché il Como parte con la squadra dell’anno prima, visto che il mercato aprirà dal 1 settembre, e di operazioni non è ancora il tempo. Certo, c’è la novità Cicconi, che se parte in pullman con gli altri, significa che resta per davvero.

Due pagine sul raduno del Como sulla Provincia di lunedì

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