Da un’Alessandria all’altra
Il Como è credibile per la B

Il punto della situazione dopo il secondo successo consecutivo

Dall’Alessandria all’Alessandria. In mezzo sono passati sei mesi, fondamentali per la crescita del Como almeno tanto quanto quella partita che lo scorso aprile portò i ragazzi di Jack Gattuso in serie B. E quello che è successo domenica, in fondo, era l’esame più autentico di tutti. Il primo reale confronto contro chi ha percorso lo stesso cammino.

Intensi

Sono stati sei mesi intensi, pieni di domande, di scelte importanti, di dubbi e di cambiamenti. Sei mesi in cui il Como è cresciuto continuamente. Anche prendendosi delle responsabilità, come quelle di scegliere chi portarsi con sé in serie B: a cominciare dalla scelta, per certi versi scontata anche se non del tutto priva di incognite, di lasciare la squadra in mano a Gattuso. Che domenica ancora una volta ha vinto il confronto con un collega valido come Longo. Nelle scelte e nello spirito che ha trasmesso alla sua squadra.

Poi, il mercato. Con una linea che è stata quella di rinforzare tutti i reparti, ma valutando la situazione settimana dopo settimana. Allungando i contratti non per premio, ma per scelta precisa. Sarà un caso, e non lo è, ma un giocatore come Bellemo per esempio è stato il primo a essere confermato. Pensando alla costruzione della squadra, a ciò che davvero sarebbe stato utile. E con lo stesso criterio i nuovi arrivi sono stati spalmati nell’arco di due mesi, meditando su ogni singolo giocatore. Un caso emblematico è stato quello di Cerri, individuato fin dall’inizio e atteso per tutto il periodo di mercato. Perseguendo la propria idea, a costo di dover trovare un’alternativa all’ultimo.

Dall’Alessandria all’Alessandria, il Como ha saputo dimostrare che per arrivare ai risultati non ci si deve snaturare, ma si deve solo e soltanto lavorare e migliorare sui propri punti di forza. Con pazienza. Senza sconfortarsi, per esempio, se si perdono tre partite di seguito. Gattuso e i suoi uomini lo hanno saputo fare, e dopo i complimenti degli avversari e i punti meritati ma lasciati per strada, sono arrivati anche i risultati. I gol segnati, sei in due partite, ma anche finalmente la prima partita in cui alle spalle di Gori non sono passati palloni. E per due volte di seguito, sia pure in due tipi di partite molto diverse, si è andato avanti a segnare sino all’ultimo. Dimostrando di non volersi accontentare.

Passi avanti

Battuta una squadra di alta classifica, battuta una squadra in zona playout – cosa per certi versi anche più difficile -, il Como continua a mettere un piede avanti all’altro, da sei mesi a questa parte. In quel giorno di aprile era stato quasi più sorprendente di stavolta, perchè c’era da scrollarsi di dosso una fase di crisi pesante in cui tante certezze sembravano essere venute meno. Como-Alessandria dell’altro ieri, invece, è stato “solo” un altro passo avanti. Che non mette certamente al riparo da possibili cadute, ma che dopo otto giornate sancisce definitivamente la capacità di essere credibili e competitivi anche in B, contro ogni tipo di avversario.

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