Dilettanti, non servirà il tampone
per giocare se si ha il Green pass

Rivisto il protocollo per i calciatori dalla Promozione alla Terza categoria. L’incognita degli spogliatoi

Il calcio dilettanti è pronto finalmente a ripartire, ma ancora una volta a tenere banco è il famigerato protocollo sanitario della Figc, pubblicato qualche settimana fa e che ha già provocato diversi dubbi di interpretazione tra le società.

Il Comitato Regionale Lombardia ha inviato quindi una richiesta di chiarimenti, firmata direttamente dal presidente Carlo Tavecchio, alla Figc, che prontamente ha risposto con un vademecum riassuntivo per semplificare delle regole che non si può certo dire siano state scritte in maniera chiara e trasparente.

La notizia più importante è che, dalla Promozione sino alla Terza categoria e ai campionati giovanili (Juniore. Allievi e Giovanissimi), non sarà necessario, in fase di screening, portare un tampone negativo per i soggetti già muniti di Green pass: questo adempimento sarà obbligatorio solo per chi non ha la certificazione verde. Una disposizione che non varrà per l’Eccellenza, che è campionato di interesse nazionale e dove sarà quindi obbligatorio per tutti il tampone nel momento dello screening iniziale.

Una novità che, se da una parte solleva molte società dall’obbligo di dover effettuare moltissimi test, dall’altra ha fatto storcere il naso alle stesse società, non foss’altro che per le tempistiche: molte di loro si stanno radunando proprio in questi giorni e avevano già provveduto all’effettuazione di tamponi (pagandoli di tasca propria) che invece, secondo gli ultimi chiarimenti, sarebbero stati non necessari.

Rimanendo nelle categorie di non interesse nazionale, dalla Promozione in giù, i soggetti “suscettibili” (cioè quelli non in possesso di Green pass) dovranno poi effettuare un altro tampone a distanza di sette giorni, poi in seguito potranno giocare e allenarsi con la sola autocertificazione.

Una notizia che lascia con un po’ di preoccupazione soprattutto le società di settore giovanile (dove i non vaccinati sono ancora parecchi), perché in queste condizioni un solo positivo in squadra potrebbe portare al blocco dell’attività di tutto il team.

È bene comunque ricordare che si tratta di regole che potrebbero essere modificate ancora, soprattutto in relazione all’andamento della pandemia nel corso dei prossimi mesi, dove l’efficacia delle vaccinazioni verrà messa a dura prova dall’arrivo dell’autunno.

Rimane il dubbio sull’utilizzo degli spogliatoi da parte dei non possessori di Green pass: secondo l’ultimo decreto del Governo, l’attività al chiuso è vietata a chi non ha la certificazione verde. Nell’incertezza, alcune società hanno già deciso di vietare l’uso degli spogliatoi a chi sprovvisto di Green pass, in attesa di probabili nuovi chiarimenti.

L’ultimo punto del vademecum riassuntivo è riferito al pubblico: in questo caso non si sgarra, servirà per forza di cose il Green pass anche per genitori, fidanzate e amici dei calciatori. Il tutto con i limiti previsti dalle attuali regole: all’aperto 50% di presenze in zona bianca e 25% in zona gialla.

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